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lunedì 19 gennaio 2015

417 - INVENTARSI UN LAVORO (racconto)

Mi chiamo Amedeo Nazzaro Garnin, nato tra le campagne del nord-est italico in una nevosa notte del febbraio 1962, i miei genitori erano due sognatori appassionati di cinema, a mio padre piacevano i film con Humphrey Bogart, a mia madre quelli con Amedeo Nazzari, e che fosse una sua fan lo si intuisce dal mio nome.
Sognavano un loro mondo fantastico e sopravvivevano con fastidio nella realtà.
Io essendo figlio di due sognatori divenni subito un sognatore al quadrato, il mio mondo era popolato di musica rock and roll, film western, fumetti, libri d'avventura. Anche quando giocavo cercavo con pezzi di legno e rottami in ferro di fare della assurde macchine volanti, che non funzionavano, ma mentre le facevo stavo bene, immaginandomi di andare oltre le nuvole, verso i mondi che sognavo.
Avevo la passione degli aquiloni, e quei rari che volavano alti, mentre li guardavo, mi facevano stare in una sorta di estasi beata.
Ma i sogni non si mangiano.
In famiglia non si aveva nessun senso pratico, si sopravviveva per sognare, perciò si avevano sempre pochi soldi, poi persi i genitori e dopo lavori saltuari mi ritrovo definitivamente solo e senza lavoro.
C'è la crisi, la globalizzazione, il lavoro è sparito, i soldi li hanno fatti sparire.
Oggigiorno bisogna inventarselo il lavoro, mi dicono dalla televisione.
Oggigiorno bisogna inventarselo il lavoro, mi dicono al bar.
Io vi ascolto, ci provo a inventarmelo, ho constatato che avete ragione, non si trova lavoro e dopo i 40/45 anni è praticamente impossibile, bisogna proprio inventarsene uno.
Seguire sempre le proprie aspirazioni è il consiglio principale che viene dato.
A me piace l'arte e anche la recitazione, allora provo a fare la statua umana davanti ai supermarket, ma i cani mi pisciano sulle gambe, la gente fa il giro al largo e i vigilantes mi minacciano sputando a terra con disprezzo; la mia sensibilità viene ferita e abbandono depresso la professione.
Ho sentito che un settore in espansione con un radioso futuro è il riciclaggio dei rifiuti, ho sempre avuto una predisposizione per l'ecologia e il proteggere l'ambente, quindi provo a inserirmi nel riciclaggio dei rifiuti, raccolgo lattine dai cestini, raccolgo i pezzi di ferro che vedo ai lati delle strade, e dopo tanto lavoro ho fatto i conti: ho speso più in benzina che quanto ho guadagnato.
INTERNET E' IL FUTURO mi urla il mio tempo.
Allora mi compro un computer e faccio il collegamento a internet.
Mi ritrovo scrittore e poeta, scrivo poesie che leggono e apprezzano, ho trovato anche un editore che mi dice sono bravissimo, vuole pubblicarmi, devo solo dare un contributo per le spese di 4.995 euro, lui gestisce la promozione e mi manda molte copie del libro a casa.
E' un lavoro che mi piace ed è un lavoro creativo, inoltre nelle mie poesie scrivo e denuncio i problemi ecologici, mi sento veramente completo e appagato, perciò la proposta dell'editore la accetto con entusiasmo.
Ora sono passati alcuni mesi, sono completamente al verde, con la casa piena di libri miei, e non li vogliono neppure i miei commensali alla mensa Caritas.

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