Se apprezzate e volete offrirmi una birra o una pizza, vi ringrazio immensamente:

domenica 22 aprile 2012

161 - Fuori dal contesto


Stazionario
come un passaggio a livello
sul bordo del mondo
osservo ma non partecipo
mi sento altro, non ci sto dentro
in dimensione parallela
io viaggio spesso nella notte
seguendo i fanali della mia auto
lungo strade abbandonate di campagna
o tra capannoni chiusi nelle zone industriali
nella desolazione dell'abbandono
trovo
finalmente una persona
con cui capirmi
la vedo
nello specchietto retrovisore.

sabato 21 aprile 2012

160 - Disadattato

Vento sulla schiena
dentro il buio della notte
luci di stelle e lampioni
in lontananza
vado
verso la nuova storia
in una vita dimenticata
abbandonata, stravolta
sul bordo della strada
depressione e sterco di cani
mi accompagnano
senza tregua
verso i domani.

giovedì 19 aprile 2012

159 - immagine di Angela Caporaso: Foulard - parole di Andreas Finottis: PROGRAMMATA


PROGRAMMATA


Simulando
una vita
che svolazza
tra shopping e ultime mode
ginnastica e diete isteriche
e la trasgressione
di qualche tatuaggio consentito
nel viaggio organizzato
bara compresa
dentro un binario.
Solo un foulard dopo la morte
spostato a balzi dal vento
lungo i binari
lascia immaginare
un volo imprevisto
che non c'è mai stato.
Avevi la vagina pettinata alla moda.

158 - immagine di Angela Caporaso: trash avatar - parole di Andreas Finottis: DOVUNQUE


DOVUNQUE

Marea di rifiuti
rigurgiti di benessere
dall'aria
dall'acqua, dalla terra
riemergono dentro le nostre cellule
sgorgano ovunque
rifiuti dell'intestino capitalista
fiumi, oceani di immondizie
pezzi di società
non si eliminano
non se ne vanno
mai
sono noi
rivomitati, ricagati
accettarli, amarli, riutilizzarli
rifarli in nuove identità
in nuove visioni di vita
è dare un senso alla nostra esistenza
rifiutata.

157 - immagine di Angela Caporaso: MARE NOSTRUM - parole di Andreas Finottis: QUANDO IL MARE ERA NOSTRO


QUANDO IL MARE ERA NOSTRO


Correvo nel 1970
sulla spiaggia
nell'acqua gamberetti e pesciolini
che prendevo col retino
facce da pausa lavoro
sotto gli ombrelloni
mio padre faceva l' impiegato
c'era l' operaio, c'era il medico
c'era il camionista arrivato col camion
c'era un vecchio fortino sulla spiaggia
monolitico ricordo di guerra
i tedeschi eliminavano continuamente birra
e spesso si pescava al tramonto con una rete
poi si mangiava il pesce tutti assieme
davanti a un fuoco
tedeschi, italiani, marocchini
e il bagnino col baffo
che si appartava nel fortino con la moglie di un tedesco
le giornate duravano una vita
si stava bene
tutti
soprattutto il bagnino.


156 - immagine di Angela Caporaso: INCONTAMINATI FONDALI MARINI - parole di Andreas Finottis: ACQUA E SANGUE


ACQUA E SANGUE

Correndo sempre verso un'alba
dentro un continuo orgasmo
fendendo le mediocrità del benessere
sfondando le paure delle vite organizzate
strappando le immagini delle pubblicità
ridicolizzando l'imposto mondo di cartapesta
dentro se stessi
dentro una moltitudine colorata
eravamo
un mare
rosso come il sangue
miliardi di frammenti
nella vita che correva
via.

mercoledì 18 aprile 2012

155 - Città d'arte

Io quando vado nelle città d'arte
vedo quelle splendide opere
quelle piazze circondate da antichi palazzi e chiese
in cui riverbera il sole senza che ci sia un albero
e mi viene da vomitare nel vedere quello schifo.
Tutto costruito
neanche un filo d'erba
già si vedeva la mentalità demente di cementare tutto
della scimmiauomo
il prepotente dominatore presuntuoso
distruttore dell'universo, per celebrare se stesso.
Perciò dei monumenti non me ne frega un cazzo
meglio una foresta
e fanculo i monumenti con i professori che ci si fanno le seghe.
Lasciamoli lì come testimonianza,
ma se cerchi arte c'è di meglio:
una tigre che sbrana un uomo è vera arte
un serpente a sonagli dentro uno stivale è vera arte
un avvoltoio che mangia le budella di un cadavere è vera arte.
La natura è imprevedibile, profonda, artistica
più di una piazza rinascimentale.


domenica 15 aprile 2012

154 - Sale d'aspetto



Senti
il cuore dentro di te
batte
pompa sangue
t'irrora di vita
e tu fermo
ad aspettare
nei labirinti creati
dal ticchettio degli orologi
mentre i cuori battono
aspettando, inutilmente.