Se apprezzate e volete offrirmi una birra o una pizza, vi ringrazio immensamente:

venerdì 25 novembre 2016

602 - DISSENSO

Alle volte dissento da me stesso, ma l'importante è non avere la dissenteria.

601 - AMARE UN'ASSENZA

Quando mi cerchi
cerchi un burattino
che obbedisca ai tuoi ordini
e per farmi sentire il tuo affetto
mi bussi allo scroto,
buongiorno al cazzo
e poi fai come se fosse tuo.

Io non esisto
se non come corpo,
se ti compravi un vibratore
stavamo meglio entrambi.

Ti piaccio
se non sono io
se non sono presente,
quando sono assente
e ti lascio me stesso.


domenica 20 novembre 2016

600 - Vendo dischi in vinile

Vendo con urgenza i seguenti album lp in vinile 33 giri in ottime condizioni, perfetti M o NM,  tranne dove è specificato, contattatemi se interessati alla email: andreasfinottis@gmail.com

LP 33 giri vinile in vendita:

1. AC/DC: Black Is Black (prima stampa)  = 14 euro
2. Al Jarreau: The Masquerade Is Over Jazz fusion= 9 euro
3. Artisti Vari - Hits anni 60 Arcade: It Was Twenty Years Ago Today (2LP) = 29 euro
4. BB KING: The Best Of BB King (MCA) = 9 euro
5. BILL HALEY AND THE COMETS: Original Favourites (Rca) = 9 euro
6. BILLY COBHAM: Spectrum = 18 euro
7. Blues Brothers: OST (usata copertina, prima edizione) = 14 euro
8. Bob Seger: Stranger In Town (picture disc edizione limitata) = 28 euro
9. Bruce Springsteen: Born To Run = 14 euro
10. Bruce Springsteen : Born In The Usa = 24 euro
11. venduto
12. CLASH: Clash (1° Lp) = 19 euro
13. COMMODORES: Greatest Hits = 12 euro
14. CREAM: Wheels Of Fire (2 LP) = 20 euro
15. Crusaders: Images = 12 euro
16. Dire Straits: Making Movies = 14 euro
17. DISSIDENTEN: Out Of This World = 9 euro
18. DOORS: Strange Days (Charter Line) = 14 euro
19. DOORS: L.A. Woman = 14 euro
20. EAGLES: Desperado = 13 euro
21. ERIC BURDON: House Of The Rising Sun (2 lp time wind) = 28 euro
22. EXPLORER: Explorer (Phil Manzanera Band) = 7 euro
23. GIRLSCHOOL: Play Dirty = 14 euro
24. GRAHAM PARKER: Stuck By Lightnint (LP+EP)= 19 euro
25. Greg Kihn Band: Next Of Kihn = 7 euro
26. Janis Joplin: Pearl = 14 euro
27. JERRY LEE LEWIS: Collection (Collector Series 2 LP) = 14 euro
28. venduto
29. venduto
30. venduto
31. JOE COCKER: Mad Dogs And The Englishmen (2 LP) = 20 euro
32. Joe Jackson: Body And Soul (special price) = 14 euro
33. John Mayal: Jazz, blues, fusion (bordo copertina sup usurato) = 12 euro
34. Iron Maiden: Killers (usato) = 12 euro
35. KID CREOLE & THE COCONUTS: Tropical Gangsters = 7 euro
36. LEONARD COHEN: Greatest Hits (Nice Price) = 14 euro
37. LOU RAWLS: Let Me Be Good To You = 14 euro
38. Louis Amstrong: Hello Dolly (MCA/Ricordi) = 7 euro
39. POGUES: The Rest Of The Best (Warner) = 15 euro
40. Richard & Linda Thompson: Shoot Out the Lights = 14 euro
41. ROCKETS: Galaxy (prima stampa, segni su busta interna)= 12 euro
42. Rod Steward: Camouflage = 9 euro
43. venduto
44. venduto
45. venduto
46. ROLLING STONES: Love You Live  (2Lp- De Agostini) = 15 euro
47. venduto
48. ROXY MUSIC: The Atlantic Years 1973/1980 (bordo copertina sup usurato)= 9 euro
49. RY COODER: The Long Ryders (Original Soundtrack) = 12 euro
50. Salif Keita: Soro = 14 euro
51. Sam & Dave: Greatest Hits = 19 euro
52. Stevie Ray Vaughan: Soul To Soul = 14 euro
53. STEWARD COPELAND: Rumble Fish (Original Soundtrack) = 14 euro
54. Suzanne Vega: Solitude Standing (stampa Belgrado, imperfezione su bordo)= 12 euro
55. TAV FALCO: Shake Rag EP (LP + EP lim edition) = 30 euro
56. YES: Tomato = 12 euro
57. Waylon Jennings: Ruby don't take your love to town = 9 euro
58. ZZ TOP: Tejas = 14 euro

ITALIANI

59. Cantautori SRL: Speranze, rabbie, libertà ( Branduardi, Dalla, Guccini, ecc.) = 14 euro
60. Edoardo Bennato: Io che non sono l’imperatore = 9 euro
61. Edoardo Bennato: Sono solo canzonette = 15 euro
62. Fabrizio De André: Rimini (prima stampa) = 29 euro
63. Gang: Le radici e le ali (raro) = 20 euro
64. Marras: Marras (cantautore sardo bravo) = 12 euro
65. venduto
66. Skiantos: Pesissimo = 20 euro
67. Skiantos: Signore dei dischi = 22 euro
68. Vasco Rossi: Cosa succede in città = 14 euro

GREATEST HITS PLATINUM (GERMANY)
69. Aretha Franklin: Just Right Tonight = 9 euro
70. Buddy Holly: Heartbeat = 9 euro
71. Buddy Holly: Peggy Sue = 9 euro
72. Canned Heat & John Lee Hooker: Crawling King Snake Blues = 9 euro
73. James Brown: Greatest Hits = 9 euro
74. Ray Charles: Hits The Road Jack = 9 euro

MUSICA CLASSICA
- Festival della musica classica leggera: 12 LP RCA- Selezione dal Reader's Digest = 25 euro

DISCHI VINILE CUT (valutati su ebay tra i  5 e  12 euro)

1. AC/DC: Flick Of The Switch
2. ALAN VEGA: SATURN STRIP
3. AL GREEN: THE BELLE ALBUM
4. AL GREEN: TRUTH N’ TIME
5. ALLMAN BROTHERS: ENLIGHTEN ROGUE
6. AIRTO MOREIRA: I’M FINE HOW ARE YOU?
7. ATLANTA RHYTM SECTION: DOG DAYS
8. ARETHA FRANKLIN: ARETHA (1980)
9. ART ENSAMBLE OF CHICAGO: THE THIRD DECADE
10. ARTISTI VARI:  GLI OSCAR – colonne sonore (RCA/SELEZIONE READER D) no cut NM
11. ARTISTI VARI MOTOWN: MOTOWN SHOW TUNES (1977)
12. ARTISTI VARI: THE STARS ARE OUT IN TEXAS
13. AVERAGE WHITE BAND: FEEL NO FRET
14. BILL FRISELL: RAMBLER
15. BLACKFOOT: SIOGO
16. BLACKFOOT: MARAUDER
17. BRIAN SETZER: LIVE NUDE GUITAR
18. CARLY SIMON: COME UPSTAIR
19. CARLY SIMON: SPY
20. DAVE GRUSIN: NIGHT-LINES
21. DEVO: SHOUT
22. DIANA ROSS & SUPRMES & TEMPTATIONS: MOTOWN LEGENDS
23. DOOBY BROTHERS: ONE STEP CLOSER
24. EDDIE SCHWARTZ: NO REFUGE
25. GARY US BONDS: STANDING IN THE LINE OF FIRE
26. HALL & OATES: LIVE AT THE APOLLO
27. HONEYDROPPERS: VOLUME ONE (MINILP  1984)
28. JONATHAN RICHMAN: JONATHAN SINGS
29. JONI MITCHEL: DON JUAN’S RECKLES DAUGHTER
30. KID CREOLE: DOPPELGANGER
31. KINKS: STATE OF CONFUSION
32. MISSING PERSON: RHYME & REASON
33. NEIL YOUNG: REACTOR
34. NILS LOFGREN: NIGHT FADES AWAY
35. OUTLAWS: GHOST RIDERS
36. OST MEATBALLS (STARRING BILL MURRAY)
37. PRINCE: AROUND THE WORLD IN A DAY
38. RANDY NEWMAN: BORN AGAIN
39. ROD STEWARD: BLONDE HAVE MORE FUN
40. ROD STEWARD: FOOLISH BEHAVIOUR
41. ROGER DALTREY: UNDER A RACING MOON
42. RUN DMC: RISING HELL
43. RUN DMC: RUN DMC (1988)
44. SMOKEY ROBINSON: WARM THOUGHTS
45. STEELY DAN: GOLD
46. STEVIE NICKS: ROCK A LITTLE
47. THELMA HOUSTON: SUNSHOVER
48. THE WHO:  WHO ARE YOU
49. VAN HALEN: WOMEN AND CHILDREN FIRST  (no cut, piccole scritte cover)
50. WILLIE NELSON: COLUMBUS STOCKADE BLUES




sabato 19 novembre 2016

599 - IL SUCCESSO ARTISTICO SUI SOCIAL

Molti vogliono essere degli artisti, hanno questo spasmodico desiderio per un bisogno disperato, essendo che tentano di nascondere a tutti, anche a loro stessi, il drammatico problema che affligge da sempre la loro vita, ovverosia l'essere degli stronzi che non si defeca nessuno.
Ma nel loro essere artisti non riescono, quando smettono la maschera della recita, a essere coerenti col personaggio che cercano di creare, ed ecco che salta fuori l'autentica stronzaggine che li pervade dalla nascita. Lo si nota con un po' di esperienza, si palesa soprattutto sui social network quando succede qualcosa che devia dal normale svolgimento delle convenzioni solite, un imprevisto, qualche cosa che va storto nei loro piani, allora esce lo schifo che contengono, lo sprizzano in ogni loro parola o gesto. Sono pieni di odio e invidia, si rinfacciano le cose fatte con falsa generosità, evidenziando la più triste meschinità dei falsi artisti, che non sono artisti dentro, con menti grandi e libere, bensì sono dei patetici recitanti di quel mondo che nel loro immaginario è artistico. Infatti li si vede attratti dalle manifestazioni più stucchevoli di questo mondo, già falso di suo, a cui agognano per avere una rispettabilità sociale.
Non riuscendoci nel mondo reale a farne parte si creano un teatrino privato, per immaginare sia quella la realtà, si chiudono in gruppi appositamente, dove si incensano a vicenda, consci che alla prova dei fatti nella vera realtà svanirebbero, restano chiusi lì, gelosissimi del loro orticello, senza mai uscire per non confrontarsi, per illudersi in questo modo di essere artisti apprezzati e di successo.
All'inizio possono avere un senso i gruppi chiusi, per confrontarsi, discutere, consigliarsi al fine di sviluppare il proprio talento, se c'è, ma poi diventano inutili nonché dannosi se si ripetono le stesse cose, si pubblicano libri che ci si compra a vicenda e non li legge nessuno oltre ai partecipanti, o a volte ci si accorge che nemmeno quelli che sono pubblicati sul libro lo hanno letto.
Sono interessati solo a recitare la parte di artista, non a tentare di esserlo veramente, c'è troppo da leggere e imparare, ci sono troppe convenzioni sociali a cui contrapporsi per essere veramente originali, per essere liberamente se stessi.
Più facile e comodo fingere di esserlo, per prendersi gli onori, evitando gli oneri.
Così bramano e sbavano per la serata poetica col sindaco fasciato e il parroco del paese in prima fila, tra applausi di circostanza e sorrisi tirati. Mentre dentro loro sognano di essere sotto contratto con qualche grosso editore, vincitori di qualche premio letterario prestigioso, per essere intervistati e poter finalmente dire il profondo discorso che si sono preparati da una vita:
"Ringrazio la mia famiglia e i miei amici, sono contento di essere arrivato primo!"
Ma basta dirlo al parroco, al sindaco e ai parenti annoiati costretti a presenziare alla serata, per percepire il profumo del successo; anche quando tutti gli altri percepiscono una puzza di merda secca.


martedì 15 novembre 2016

598 - FIGLI

Non ho mai avuto il desiderio di avere figli.
Soprattutto perché quasi sempre non ho i soldi neanche per me, sono perennemente a rischio Caritas, perciò se avessi un figlio non potrei comprargli niente, verrebbe deriso dai coetanei poiché non avrebbe gli oggetti che si devono avere per convenzione sociale, verrebbero delle assistenti sociali trotskiste a portarmelo via e finirebbe in orfanotrofio, poi verrebbe adottato da degli imprenditori di destra o da dei lecchini filogovernativi benestanti, che lo farebbero diventare l'ennesimo stronzo umano. E quando sarà adulto e affermato nella società mi chiamerà per incontrarmi in qualche programma idiota televisivo, per cercare di farmi sentire il colpa per il fatto di non avere avuto successo nella vita.
Quindi meglio non avere figli se si è malestanti e non inseriti in questa società.

Michael Denicola street art

domenica 13 novembre 2016

597 - POLITICA E ALCOLISMO

Un periodo eravamo solo in due senza auto in tutto il paese, io e un mio amico d'infanzia, ci ubriacavamo facendo il giro dei bar a piedi  e finivamo in piena notte a discutere animatamente per ore di politica.
Lui era di destra e votava per il Partito Liberale, io di sinistra e votavo Democrazia Proletaria.
A volte ci fermavamo vicino a  qualche casa a urlarci le nostre opinioni così aprivano la saracinesca protestando che li avevamo svegliati e che chiamavano i carabinieri.
Spesso arrivavano le luci dell'alba che eravamo ancora impegnati a discutere.
Una volta eravamo vestiti leggeri e nonostante fossimo ubriachi duri faceva freddo, c'era la fiera del paese con le giostre, così di notte impegnati nella nostra solita discussione per non andare a casa dal freddo che faceva siamo andati sotto una giostra per bambini coperta con un telone, ci siamo stesi come in letto con il telone della giostra per plaid e con le due teste fuori continuavamo a parlare di politica.
I proprietari della giostra dalla roulotte lì accanto, aprendo un poco un finestrino delle roulotte, protestarono pure loro che li avevamo svegliati e che chiamavano i carabinieri.
Continuammo a parlare urlando meno e non vennero neanche fuori a cacciarci via, né chiamarono i carabinieri, sembravano intimiditi a veder due pazzoidi del genere.
Andammo a casa anche quella volta alle prima luci dell'alba, con le nostre idee e i postumi della sbornia.
Poi io che abitavo più lontano dalla piazza cominciai ad andare in piazza con una vecchia  bicicletta da donna di mia mamma, allora da ubriachi lui si metteva seduto sul manubrio con le spalle rivolte a me che pedalavo e guidavo, era più basso di me ma più grosso, sembrava di avere un sacco da 95 kg di patate sul manubrio, girando di notte urlando di politica. In questa maniera una volta siamo andati fino alla festa dell'unità al campo sportivo e preso dalla discussione io sono sceso dalla bicicletta al volo, mentre lui ha proseguito da solo seduto sul manubrio per alcuni metri, schiantandosi contro la recinzione della festa.
Sono venuti fuori di corsa gli organizzatori della festa, dallo schianto credevano si fosse ammazzato qualcuno.
Invece avevamo solo sfasciato la recinzione, vedendo che eravamo noi due politologi notturni alcolizzati in bicicletta ci pagarono da bere.
Uscendo discutevamo ancora più animatamente;  perché io dicevo che solo la gente di sinistra ti paga da bere se sfasci la recinzione della festa, se era una festa di destra non succedeva, lui diceva di no, così proseguimmo fino al mattino seguente.

sabato 12 novembre 2016

596 - Have A Cigar e i bruciati

Ci sono canzoni che non sono canzoni.
Sono pezzi di vita, di carne, di sangue, di sperma, di te stesso.
Una di queste canzoni per me è Have A Cigar, l'anomala canzone dei Pink Floyd del loro album Wish You Were Here, uscito nel settembre 1975; era anomala in quanto non era cantata come al solito da un membro del gruppo ma da Roy Harper, però pure la musica era anomala, era quasi un funk rock e a me quasi unico in quel periodo piacevano i suoni funk, in più mi piacevano i Pink Floyd, per cui era per me la canzone perfetta.
Come singolo a 45 giri uscì nel novembre 1975, con sull'altro lato Shine On You Crazy Diamond.
Così nel 1976 era presente in tutti i jukebox italiani, anche nei peggiori bar delle peggiori periferie.
In uno di questi bar meno prestigiosi un giorno capitai io che non ero andato a scuola quel giorno, si diceva bruciato, avevo bruciato, c'era il terzo compito in classe di matematica del secondo quadrimestre e io avevo già due sufficienze risicate, se lo sbagliavo ero fottuto, invece saltandolo l'insegnante avrebbe fatto la media con i due dati sufficienti e mi salvavo.
Mi sentivo una volpe, un dritto, un genio, avevo fottuto quell'insegnante fottutissima e rompicoglioni; felice e trionfante nel bar andai al jukebox, inserii la moneta da 50 lire e selezionai Have A Cigar.
Ascoltai assorto e con il sorriso più beato stampato in faccia la lunga introduzione strumentale, poi iniziò la voce a cantare:
"Come in here, dear boy,..." (Vieni qui, caro ragazzo,...)
"T'pudivi butar su Sciainoniùcresidaimond che sta chi la m'fa cagare!" (Potevi buttar su Shine On You Crazy Diamond che questa mi fa cagare!).
Era uno del gruppo di bruciatori seriali seduti al tavolo accanto al jukebox.
Non lo badai neanche, mi sedetti a un tavolo accanto dove avevano lasciato il giornale e mi misi a leggere.
Quel vociare di sottofondo, le canzoni al jukebox, gli odori del bar,...tutto quanto ricordo perfettamente, ...arrivarono degli amici che conoscevo, ci si mise a parlare e ridere.
Potrei descrivere esattamente come eravamo vestiti e ogni particolare di quei momenti a decenni di distanza, perché era un periodo immerso in un'atmosfera elettrica, anche violenta, ma era vita che bruciava marchiando a fuoco indelebilmente i ricordi.
Si era in un'estasi collettiva e il futuro lo immaginavamo scritto da noi.
Poi alcuni giorni dopo quella di matematica intuì che facessi il furbo e mi fece un'interrogazione difficilissima in cui presi cinque, così mi mise cinque anche a fine anno e fui rimandato in matematica.
Succede anche alle volpi che vada male con l’astuzia.
Quando lessi sulla bacheca nell'atrio della scuola il risultato di fine anno sputai sul vetro, mentre mi allontanavo sentii delle ragazzette a modo che erano appena arrivate e si lamentavano dicendo: "Qualcuno ha sputato sul vetro della bacheca, che schifo!",  "Ci sono dei pazzi!".
Andai a ripetizione da un vecchio ed economico insegnante in pensione mezzo intronato e per risparmiare andavamo in tre insieme a lezione, c'era un caldo tropicale quell'estate, da soffocare in quella casa sita in uno stretto vicolo, vecchia e puzzolente di umidità, dove abitava e dava lezioni.
In più l'insegnante si accendeva sigarette in continuazione, un paio di volte se le accese pure alla rovescia, dando fuoco al filtro e tentando di accendere aspirando dalla parte del tabacco; un'altra volta mentre spiegava giocherellava con l'accendino poi andò per accendersi l'ennesima sigaretta, ma aveva alzato tutto il gas, così si bruciò le sopracciglia diffondendo un odore da pollo bruciacchiato nella camera.
Aveva un grosso gatto bianco e nero che stava sempre sulla finestra, sonnecchiava o guardava il vicolo, raramente si voltava per darci brevi occhiate, con un certo disprezzo, si sarà chiesto che ci facevano il suo padrone rincoglionito e quei tre ragazzini distratti di natura in una stanza piena di fumo, con quel caldo che c'era.
In pratica non si capiva quasi niente in tre insieme a lezione, però alla fine fummo promossi e passammo l'anno.
Quando andavo al bar e mi avanzavano 50 lire mettevo su ancora una volta Have A Cigar e stavo bene, mi pareva comunque di aver vinto, di averla fatta franca, anche perché dicendolo adesso in sincerità: non studiavo mai matematica.  Ma poi soprattutto me ne fregava un cazzo della scuola.
Mi piaceva più l'atmosfera che mi riportava questa canzone, sarcastica con il successo, mi sembrava un inno per tutti i combattenti perdenti, per i bocciati, i brucianti scuole e vite, per i predestinati a essere gli ultimi degli ultimi banchi o degli ultimi sedili delle corriere.
Quelli che non arrivano mai primi perché alla gara neanche partecipano non sono ultimi, loro sono fuori...e ascoltando Have A Cigar assaporano ancora una volta la bellezza di essere anomali.







martedì 8 novembre 2016

595 - LE RECITE LETTERARIE

Non volevo pubblicare libri.
Non ho mai spedito manoscritti a nessun editore, stavo bene anche a pubblicare sul mio blog e condividere sui social, consideravo che ho più lettori così che pubblicando un libro.
Però molti di quelli che leggevano mi dicevano: "Perché non pubblichi un libro che lo compro, ecc...".
Alcuni arrivavano a offendermi perché non avevo mai pubblicato libri.
Allora li ho pubblicati i libri, così la quasi totalità di quelli che mi invitavano a pubblicarli sono spariti, non hanno comprato niente.
Per fortuna non ci ho perso soldi perché mi sono autopubblicato su richiesta, principalmente per essere libero di scrivere come voglio e per non dover essere esposto in qualche serata come un orso ammaestrato agli ordini di qualche editore; ma comunque ho conosciuto editori che mi sembrano brave persone, se dovessero pubblicarmi senza impormi niente potrei anche farlo. Quello che non sopporto è il tentativo di ammaestrare la letteratura e chi scrive.
Non mi vedo ai premi e nei salotti a promuovere il libro, non mi piace quel mondo e non aspiro a farne parte, i premi e i salotti letterari sono frequentati da chi ha voglia di riconoscenze ufficiali, e ho constatato che la maggioranza di coloro che si dichiarano contro poi si scopre che sognano riconoscenze da quel sistema, in pratica lo contestano finché non riescono a farne parte.
Prevalendo perciò le persone false e le aspirazioni a entrare nel sistema esistente non si riesce a organizzare niente di alternativo alla realtà marcia che ci circonda, ognuno in fondo pensa ai suoi interessi, pertanto non ci sarà mai un'organizzazione di scrittori dal basso, capace di cambiare le cose. Lo fanno senza guardare in faccia alla realtà e rendersi conto che si potrebbe fare veramente qualcosa di concreto tra noi, o almeno provarci, ma ormai la do per persa l'occasione. Faccio solo notare che l'editoria è in perdita, al tracollo, ci vorrebbero nuove idee, magari migliori e non si dovrebbero ricalcare modalità in crisi.
Ma se ne parli con lo scrittore "alternativo" tipico ti dice che lui è contro il mercato, gli fa tutto schifo, anche chi cerca di creare un'organizzazione alternativa, ma poi ecco che accetta se ne ha l'occasione tutto quello che a parole contestava, poiché fa parte della sua aspirazione piccolo borghese di avere una rispettabilità in quel mondo consolidato da cui si sente escluso; perciò non gli interessa creare alcuna reale alternativa; perciò io che vado da sempre per la mia strada, senza tanti proclami, ho tutto il diritto di sputargli in faccia, sia metaforicamente che realmente.
Odio le autogiustificazioni, sono quelle che ammazzano il mondo, uno accetta questo sistema, lo dice, punto, e merita più rispetto di un finto alternativo.
L'autogiustificarsi mi ricorda quel racconto di Bolano del torturatore che appena finito l'orario di lavoro si metteva a parlare amichevolmente dei suoi problemi familiari con il torturato, ma ci restava male che questo lo guardava con odio, si chiedeva perché quel torturato non capiva che lui prima stava facendo solo il suo lavoro.
In maggioranza pensano che il mondo fa schifo ma non possono farci niente, quindi è meglio rassegnarsi, mentre è proprio questo modo di pensare il vero problema.
La rassegnazione è quella che ci frega oggi, la rinuncia a priori a ogni forma di protesta, e succede soprattutto qui in Italia.
Noto per esempio che se condivido una petizione non me la firma nessuno, "Tanto cosa vuoi che cambi" mi dicono, o magari mi dicono "Poi mi intasano la casella email con altre petizioni". Rendiamoci conto della situazione odierna, i nostri padri e nonni si facevano ammazzare per quello che ritenevano giusto mentre adesso è troppo disturbo anche solo fare una firma. Ci sono persino quelli che si autocensurano le parole per non venire bannati da Facebook; un giorno stavo criticando Facebook e una mi scrive che sarebbe d'accordo con quanto affermavo, ma non lo scriveva per non farsi cancellare l'account; ecco, a me leggendo queste dichiarazioni viene da ridere, per non piangere, e ovviamente mi cadono le palle.


sabato 5 novembre 2016

594 - FREGARSENE DELLE TENDENZE

Ho visto in giro che hanno quasi tutti i calzoni stretti sotto, alla caviglia.
Io invece ho quelli giù dritti, come andavano di moda vent'anni fa, anche perché ce li ho da quel periodo. Non seguo la moda, me ne sbatto il cazzo, apro l'armadio e mi metto quello che trovo.
Di solito giro vestito dalla cintola in giù come il cantante ex-grasso dei 99 Posse, pantaloni larghi con tasconi o, appunto, i jeans di 20 anni fa, mentre dalla cintola in su sono vestito come un pensionato con la pensione minima, indosso camicie e maglioncini presi in svendita per pochi euro all'upim o all'oviesse o nel cestone delle offerte degli ipermarket e dei mercati.
Quando qualcosa si logora o si rompe la taglio e faccio stracci.
Se sono di cotone li uso per pulire i vetri dell'auto o le mani quando faccio un lavoro meccanico, se sono di lana li metto al cane e al gatto che ci dormano sopra, così stanno caldi nella brutta stagione.
Ho notato che al gatto se metto un pezzo di un cardigan colore rosa antico di mia mamma, che si metteva spesso per casa, fa le fusa e ci va sempre a dormire, con altri pezzi di maglioni no. Credo si ricordi di quando andava a dormirle in braccio mentre lei guardava la televisione, sono stati cinque anni insieme prima che lei morisse e hanno una notevole memoria i gatti, diceva un esperto.
Infatti un giorno stavo leggendo un giornale vecchio sul tavolo in cucina, mi sono messo ad appallottolare il foglio che avevo già letto, ho visto il gatto che è balzato sullo schienale della poltrona e mi guardava, mi sono ricordato che tre o quattro anni prima gli facevo delle palline con un foglio di giornale appallottolato e gliele lanciavo, lui andava sullo schienale della poltrona per prenderle meglio. Ancora se lo ricordava e vedendomi rifare lo stesso gesto è andato ad aspettare che gliele lanciassi, per giocare.
Per quello quando vedo qualche gatto o cane morti per strada mi dispiace, muore un essere che ne sapeva di cose.

venerdì 4 novembre 2016

593- IL CAGNACCIO DELLA BASSA

Sono un cane randagio
nella bassa padana
tra una vita di afe e nebbie
ferite e incomprensioni
solitudini e calci del destino.

Diffido di chiunque
ringhio a chi mi guarda
non me ne importa di nessuno
di niente
e neanche di me.

Se qualcuno mi fa una carezza
batto la coda
ma subito dopo mi chiedo
dove sta la fregatura.

Noi cagnacci della bassa
ci si abitua così.










mercoledì 2 novembre 2016

592 - SEMI DI PANICO

Pezzi di paure
proprie e altrui
schegge di mille battaglie
sedimenti e nuovi arrivi
nervi lacerati
il cervello va per conto suo
ansie, panico
senza apparenti motivi
impulsi impazziti
troppe le schegge conficcate nei nervi
trovi rifugio in uno stato di dormiveglia
insensibile
perenne flebo di morfina
sfuggendo da una realtà non tua
verso una tua irrealtà
dimentichi tutto e tutti.

Cancellando anche te stesso
ti ritrovi.

martedì 1 novembre 2016

591 - I GATTI SENZA PADRONI

È matematico
ed è proporzionale:
per me
più ve la tirate,
più vi credete persone di successo
e più vi annullate.

Amo
i perdenti,
i disperati,
gli squinternati,
i cani abbandonati,
i gatti senza padrone,
l'erba che cresce nelle crepe.

E quando vedo la tua faccia triste
smarrita nella folla
vorrei
leccarti via le lacrime
disadattate, incomprese, solitarie
e farti entrare
nel mio universo
dove chi perde vince sempre
perché non ci sono gare
o schifosi vincitori
ma ci siamo noi
al di là di tutto.

Però camminiamo entrambi
proseguendo
ancorati alle nostre strade
andando
oltre quello che potrebbe essere
chiudendoci
le porte alle spalle,
anche questa volta.

590 - L'ETÀ CHE CONTA

I vecchi
sono polvere di specchi
stelle cadenti su escrementi di stambecchi
secchi rotti, ruote bucate, pentole bruciate
rime baciate, cagate pestate.

I vecchi 
non dovrebbero esistere
sarebbe più cool morire giovani e belli
come i miti del rock 
e i tossici delle piazzette dimenticate.

I vecchi
puzzano di muffa se sono poveri
profumano di soldi se sono ricchi
ma sono comunque anziani 
così i credenti vanno in chiesa a pregare
perché un buon dio ce li tolga dal cazzo
poiché chi è anziano fa schifo a tutti
persino a se stesso.
Sempre giovane e forte 
puoi essere
come nelle più splendenti pubblicità
lo sarai eternamente 
basta volerlo, esserlo dentro
lo ha detto anche un esperto in tv
che si può fare.

Così quando un giorno 
vedrai uno schifosissimo vecchio  
il più schifoso che tu abbia mai visto
riderai
e gli sputerai in faccia
e ti toccherà pulire 
il tuo specchio.


589 - LA POESIA SUI SOCIAL NETWORK

I poeti dei social network si definiscono poeti, ma magari sono solo pensionati in calore.
Magari siamo tutti dei poeti del cazzo, magari i veri poeti sono solo quelli riconosciuti e apprezzati dalla critica ufficiale e che non sanno neppure che esistiamo,...
Però dico una cosa: sinceramente trovo migliori poesie qui, in questo nuovo underground sul web, che leggendo i poeti più acclamati dalla suddetta critica. Magari sono gusti miei criticabili, ma la penso così e ne leggo poesie anche di famosi, le poche che mi piacciono degli altri le metto sulla mia pagina Poesia ribelle (mentre quelle mie le metto sulla pagina Antimerda poetica).
Tra l'altro per quanto mi riguarda scrivo poesie o qualcosa che assomiglia alla poesia dal 1978, non è che mi sia improvvisato perché mi sono iscritto a Facebook, è un'esigenza che sento dentro di me, fisiologica, scrivo per me stesso, poi se qualcuno mi legge e mi apprezza indubbiamente mi fa piacere, alcuni mi hanno chiesto se avevo dei libri miei pubblicati, non ne avevo, allora ho fatto dei libri ordinabili su richiesta, così non rompo il cazzo a nessuno e non faccio inquinamento con copie invendute, chi vuole se li prende.
Mi basta così, non sono mai andato a un premio letterario e neanche alla sagra paesana per cercare riconoscimenti, non me ne importa una sega, mi basta solo scrivere quello che mi gira nella testa, e sto meglio.
L'unica accortezza che uso è evitare di rendere pubblici i miei mal di pancia personali, quello che pubblico guardo che abbia un senso per chi lo legge, le cose che hanno un senso solo per me non le pubblico, perché credo che meriti un minimo di rispetto chi impegna una parte del suo tempo per leggermi e non voglio farglielo perdere leggendo cose che per lui sarebbero inutili.