Pensieri, versi, racconti, sms espressi in libertà. Achtung/Attenzione: può contenere un linguaggio esplicito, non adatto ai minori non accompagnati e ai perbenisti anche se accompagnati.
Ci sono frasi e pezzi di canzoni che rimangono dentro, diventando pezzi di te stesso.
Passano gli anni, assurdi e veloci, tutto si allontana e si trasforma, una faccia, sempre meno tua con un'espressione sempre più severa, ti guarda ogni giorno dallo specchio e ti chiedi chi sei, cerchi i tuoi frammenti per ricomporti, capirti, darti una direzione.
E puntualmente ritrovi le frasi e i pezzi delle canzoni, diventati pezzi della tua esistenza, che porti ancora dentro.
E quando sei a terra ti danno un appiglio per risollevarti, oggi come allora.
E magari a un altro non dicono assolutamente nulla, mentre a te dicono tutto.
Uno di questi pezzi, diventati miei, mi ripete:
Ma riprendiamola in mano, riprendiamola intera / riprendiamoci la vita / la terra, la luna e l'abbondanza.
Quando mi sveglio mi rendo conto del tempo che scorre inesorabile timer dell'ordigno esistenziale.
Quando la vita mi cerca mi fingo morto. Non sono fatto per vivere. Non sono fatto per morire. Sono fatto solo per essere strafatto.
Ma non uso alcuna sostanza alterante, voglio assistere lucidamente a ogni attimo del meraviglioso e spettacolare fallimento.
Ma non sono un perdente non posso mai arrivare ultimo perché ho un trucco infallibile per non perdere mai: non partecipare alla gara.
Da ragazzino mi avevano selezionato per vincere la corsa campestre per la gloria, per la scuola non ho partecipato ho simulato un infortunio e ho passato una bellissima giornata in tribuna sgranocchiando popcorn bevendo birra in lattina fumando toscanelli conoscendo tre tipe niente male e guardando dispiaciuto chi si scannava sotto il sole per vincere, inoltre alla fine ho controllato bene e la medaglia d'oro era finta non era oro era metallo giallo, valeva molto, molto meno della mia lattina di birra vuota.
Una mia caratteristica è scrivere appunti su fogli sparsi, che si accumulano. Quando i fogli cominciano a scivolare sul pavimento elimino la collinetta, mettendoli in una scatola di cartone, che posiziono tra le altre scatole di appunti a caso, che devo rileggere ma non rileggerò mai. Lì in mezzo finiscono le medicine, i film, i dischi, i libri o i rimedi della nonna, che mi consiglia la gente. Ogni tanto provo a cercare qualcosa, però tra il foglio dove avevo annotato la classifica di Altroconsumo dei migliori profilattici degli anni 90 e il foglio con i migliori dischi di rockabilly consigliati, annotati nonostante da anni non abbia un giradischi, finisce che mi arrendo, alzo un foglio intonso come bandiera bianca. Ma, col foglio bandiera bianca in mano e una penna nelle vicinanze, poco dopo sto già scrivendo l'ennesimo appunto, l'istinto è quello.
Finirà nell'ennesima scatola.
Mi rassicura però averli, pare a me, solo a me, di avere così accumulato molta sapienza.
Quando in realtà ho solo la casa ingombrata da inutili scatoloni, pieni di appunti che non verranno mai letti.
A me piacciono: i centri massaggi del pene, le prostitute per passione, il sesso libero tra adulti, le sale giochi frequentate dalla piccola delinquenza di paese, le auto usatissime, le moto usatissime, le solitudini, i dischi di artisti sconosciuti in svendita per pochi spiccioli che quando li ascolti valgono più di tutti quelli consigliati dagli esperti.
Adoro tutto ciò che assomiglia a quelle stazioni radio che appaiono e scompaiono nella tua vita durante una notte, ma durante quella notte trasmetteranno delle canzoni che ti resteranno dentro, per sempre.
Vorrei fermare gli attimi belli e farli rimanere con me; tento disperatamente di farlo fotografandoli con la memoria e riguardando quelle foto mentali, ma inevitabilmente la polvere e il color seppia degli autunni li ha modificati, non risplenderanno mai come quando li vivevi.
Odio i perbenisti e a volte esagero per allontanarli. Per fare una cernita, se non mi denunciassero, quando conosco qualcuno invece della mano porgerei il cazzo.
Era bello
quando eravamo,
ora non siamo quelli di allora
neanche quelli di adessso
e il domani
da baciarsi lo scroto se ci arrivi
resta una bici arrugginita
pedalare per non pensare
respirare
l'aria profumata
dagli alberi e dal fiume.
Ma ogni presenza umana
è l'ennesimo pugno nello stomaco
non riesco a inserirmi
nella società
e se provo mi espellono
a scuola guardavo le macchie sul soffitto
e scaldavo il culo con l'accendino a quelli attenti
volevo un mondo di svagati con la testa tra le nuvole
ora sono rimasto solo io in quel mondo
e se busso per rientrare non mi aprono
vedono che sono uno straniero
un extracomunitario
un extraterrestre
un extraqualsiasicosa.
Ma pedalo
visito frazioni abbandonate
strade dimenticate
cani tristi e annoiati
col muso appoggiato nelle fessure del cancello
guardano incuriositi
uno stronzone di 180 centimetri
e una bicicletta arrugginita
passare
senza senso.
Un giorno c'erano due bisce avvinghiate
che trombavano in mezzo alla strada
le ho guardate con simpatia ed evitate
tornando erano ancora lì
per sempre
le avevano schiacciate
magari non avevano raggiunto nemmeno l'orgasmo
e, comunque, come dicevo
ogni presenza umana è l'ennesimo pugno allo stomaco.
Voglio un mondo di bisce che trombano in pace
e di umani svagati con la testa tra le nuvole
che facciano meno danni possibile.
Non esiste nessun vero benessere in un sistema che distrugge le persone povere e l'ambiente sarà, tutto, un'illusione criminale, un artificio omicida, una strage con il falso sorriso stampato su facce idiote rifatte di killer dementi che si credono un qualche dio onnisciente onnipotente giudicante nel vuoto di cervelli rintronati da spot e slogan.
Non vivremo mai veramente questo nostro spaziotempo finché non vedremo l'esistenza degli ultimi schiacciati dai primi.
Esistono solo due versioni opposte a cui aggregarsi per dividersi e litigare ripetendo gli slogan preconfezionati della propria tifoseria.
Così siamo diventati incapaci di ragionare, siamo solo ripetitori di opposte propagande.
Spegniamo tutto, percorriamo le vie dimenticate, abbracciamo i randagi e inseguiamo i tramonti.
Non succederà una sega, ma sarà sempre meglio che fare da burattini sui social.
L'imprevedibile è sempre preferibile al prevedibile soprattutto se si tratta della nostra vita sprecata sommersa da una valanga di noia, preoccupazioni e bollette da pagare, mentre chi comanda ci manovra e ci ruba l'universo.
Devi cambiare vivendo intensamente rivoluzionando te stesso e la tua esistenza, seguendo ciò che sei.
Senza sperare passivamente che venga cambiato qualcosa da una data diversa, sul calendario appeso al muro come te se t'appendi a lui sarà, sempre, come appendersi a stocazzo.
Trovati. Coltivati. Viviti.
Senza badare a quanti anni hai a quanti soldi hai al lavoro che fai o non fai.
Inizia cambiando percorso infilandoti in ogni strada o vicolo che non hai mai visto, tenendo viva la curiosità per ciò che ti circonda.
Se, invece, si spegne ogni interesse sarai spento, tu.