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giovedì 29 giugno 2017

643 - CHI VIVEVA DIGNITOSAMENTE

Quella che un tempo era comunemente considerata la piccola borghesia in realtà erano poveracci, che lavoravano e crescevano i figli in case appena dignitose, facendo una vita modesta di sacrifici, senza grilli consumistici per la testa; adesso, oggigiorno, sono praticamente scomparsi o nascosti dall'ostentazione del benessere imposta dal sistema mediatico.
Ma sarebbero pure loro una forma di contestazione a questo sistema.
Mentre molti di quelli che un tempo li contestavano e li consideravano borghesi erano figli di una vera medioalta borghesia, facevano la bella vita e i viaggi nei paesi orientali spesati dai genitori, e ora magari sono i sessantenni/settantenni  di quella finta sinistra salottiera che predica la tolleranza ma poi non vuole neppure vederli gli immigrati, per esempio a Capalbio, perché deprezzano le loro case per le vacanze.


domenica 25 giugno 2017

642 - IL BENESSERE SOVVERSIVO

Stamattina mi sono alzato presto, così sono uscito, ho preso la bici e sono  andato a fare un giro.
Alle 7 prima di partire avevo sentito che suonavano le campane della chiesa, dopo poco arrivo in piazza e le suonano ancora, guardo l'ora, le 7.30, una suonata ogni mezz'ora, una bella rottura di palle per chi abita accanto al campanile.
Passo davanti ai bar della piazza e c'è già qualche persona seduta ai tavoli esterni dei locali, uno legge il giornale, uno beve il caffè, una mangia la brioche, chiacchierano tra loro...mi arrivano gli odori a tal punto che mi sembra di sentire persino l'odore dell'inchiostro fresco del giornale. Ma penso a quanto siano sapori e sensazioni che si stanno perdendo, c'è sempre meno gente che alla mattina presto va al bar a prendere il caffè e a leggere il giornale, sta scomparendo quel mondo lento che assaporava la vita godendosela con tranquillità, approfondendo conoscenze e notizie.
Proseguendo vedo come molte case anni 60 o 70 con solo il piano terra e il pezzetto di terreno circostante siano in vendita, le nuove coppie vanno ad abitare nelle villette a schiera o negli appartamenti di nuova fabbricazione, ma i loro figli in che modo vivranno? Senza un giardino in cui giocare con delle piante sulle quali arrampicarsi, senza la possibilità di tenere un cane o un gatto liberi.
Non vogliono stare bene, preferiscono adeguarsi alle tendenze del momento senza pensare cosa sarebbe meglio per loro, così si ha una massa di gente che non vive la vita con i suoi ritmi ma si adegua a tutto ciò che viene imposto, per inseguire il traguardo consumistico del momento.
C'è stato un periodo dove si stava bene con poco, poi come un tossico perso abbiamo aumentato sempre di più la dose di prodotti che dobbiamo comprare, per calmare la dipendenza dall'acquisto compulsivo.
Magari un giorno rimpiangeremo pure questo periodo e i centri commerciali, perché verranno i droni a portarci a casa subito tutto quello che vogliamo.

martedì 20 giugno 2017

641 - IMMORTALARE

Lungo strade cosparse di cartoline
le ultime della stagione
ricordi immagini
cadenti dalle mani
di postini
ubriachi di vino rosso sfuso
fra la terra sabbiosa
quando prevaricava sull'asfalto
rivivono i fantasmi
delle famiglie di un tempo
ora fusi e svaniti
nei compro oro
nelle sale VLT
nei debiti per apparire
ciò che non si è
e poter ingannare qualcuno,
oltre a se stessi.

I cartelli "Vendesi"
sulle case abbandonate
popolate di vecchi ricordi sbiaditi
spuntano come funghi
dopo i giorni di pioggia
e sostengono un filo
che permette di stare
in equilibrio precario,
verso un nullo futuro.

Ciclisti
con anche il culo marchiato
mi sorpassano garruli e competitivi
veloci voci annullate verso un bel niente
e io resto
a piedi
fermo
in questo paese abbandonato
con la bicicletta arrugginita in una mano
la macchina fotografica nell'altra
in attesa di immortalare
pezzi di tempo scordati da tutti,
non esistenti.

martedì 13 giugno 2017

640 - IL SASSO

"Riempi la tua vita con un sorriso!"
Chiara la guardò, Ghiaja, con suoi capelli tinti di biondo e il suo sorriso innaturale stampato in faccia, ogni volta che la vedeva triste le proponeva questo ottimismo sforzato, in fondo Ghiaja non era cattiva e la sopportava per quello, era solo stupida, concentrata sull'estetica e lo shopping, ma stava bene così. Suo padre, un ex hippie che aveva un'impresa di costruzioni, guadagnava tanto e le dava tutti i soldi che voleva, oltre ad averle dato quel nome cretino e una cultura fatta di banalotte citazioni, utili a darsi la carica per produrre e consumare.
"Ghiaja scusami ma oggi non è giornata, non ho nessuna voglia di sorridere né di riempirmi la vita con false allegrie."
"Sei troppo negativa Chiara, pensa alle cose belle, concentrati su qualcosa di bello che vorresti avere, io faccio così, mi passa ogni malinconia e taaaac! Mi spunta lo smile! Il sorriso che scaccia le negatività."
"Tu se pensi a qualcosa dopo puoi comprartela, io no perciò starei peggio, inoltre non voglio niente, mi compro solo quello che mi serve e ora non mi serve niente di nuovo, ma anche se comprassi qualcosa non mi riempie di certo la vita un oggetto."
"Perché ti concentri sulla malinconia Chiara, devi concentrarti sul divertimento."
Chiara non rispose, scese dall'auto e la salutò, s'incamminò verso casa.
Dopo alcuni passi si voltò a guardare l'auto di Ghiaja che si allontanava lungo il viale alberato, le foglie d'autunno svolazzavano per lo spostamento d'aria.
Mancava qualcosa per rendere perfetta quella scena.
Prese un grosso sasso da terra e lo lanciò mettendoci tutte le sue forze, gli istinti repressi e i troppi sorrisi accomodanti che poi bruciavano dentro.
CRASH!
Il lunotto del suv in frantumi, i pezzi sul viale, riflessi di vetro tra l'asfalto e le varie fantastiche sfumature di colore del fogliame autunnale caduto.
Ora la scena era perfetta, una vera opera d'arte.
Chiara sorrise soddisfatta, stava meglio.
Si incamminò verso casa con in sottofondo le grida isteriche di Ghiaja, le urlava che era pazza, che non le avrebbe mai più rivolto la parola; poi i suoni si affievolirono e svanirono insieme a lei dalla sua vita.
Sentì un piacere fisico, la vagina si bagnava, la vita scorreva nel senso giusto.
Pensò che era da tanto tempo non stava così bene ed era bastato solo seguire il proprio senso artistico, infrangendo le barriere opprimenti di abitudini e convenzioni sociali. 
Con un sasso.





domenica 11 giugno 2017

639 - TRASGRESSORI

Ci sono troppi figli di Instagram, mentre io non lo sopporto.
Lo percepisco come una piccolo borghese fiera delle vanità, dove i cuccioli d'ogni età di questo sistema sociale cercano di posare in immagini grintose e di tendenza, per fare apparire intensa e divertente la loro vita.
Sono solo pose.
Li vedo come quelle inquietanti sagome di cartone che rimangono nei luoghi sperduti, dove hanno girato i film western più poveri.
Visti da lontano sembrano dei villaggi abbandonati, avvicinandoti scopri che sono solo sagome, dietro non c'è niente, solo apparenza, apparenza in un luogo desertico.
In questo disastrato deserto mentale attuale concentrarsi sull'immagine, per di più falsa, mi pare evidentemente fuori dalla percezione dello spaziotempo.
Pensano di vivere in una rivista di moda, ma senza la sovversione delle regole che aiutava i cambiamenti sociali portata un tempo dalla moda, da Mary Quant con la liberazione sessuale delle donne a Vivienne Westwood con la creazione dei Sex Pistols.
Ora la trasgressione viene riversata tutta sull'apparenza facendola svanire nella sostanza. Perché poi conoscendoli questi tipi apparentemente trasgressivi mi fanno nel 99% dei casi cadere i testicoli sul pavimento.
Allora penso a qualcuno veramente anticonformista e trasgressore delle regole, come per esempio William Burroughs, lui non cercava di apparirlo, cercava di esserlo.
Se lo incontrassero i vari emuli di Gianluca Vacchi, Chiara Ferragni, Elettra Lamborghini o Fedez lo offenderebbero, dicendogli che è vestito come un vecchio imbranato e che è incapace di trasgredire le regole come fanno loro.
Che poi vedo mille foto delle loro facce, di cosa stanno bevendo o mangiando, e se va bene ce ne è una su mille che abbia un senso come foto, cercano solo di spettacolarizzare la loro vita fingendo di essere delle star, aderendo alle immagini imposte dalle tendenze del momento.
Ma io non ce l'ho con loro, ce l'ho con quelli che li seguono e passano la vita a guardare le foto di chi finge d'essere interessante, che cosa ci trovino a guardare delle foto degli altri non lo so, a me viene uno scroto come una cornamusa scozzese quando uno mi fa vedere le foto delle sue vacanze o di un suo viaggio, figuriamoci le foto di quando va al bar o in spiaggia. Questo comportamento è la versione odierna delle comari di paese, il cui principale scopo nella vita era spiare per farsi i cazzi degli altri, quindi è un chiaro e inequivocabile indice di vuoto mentale assoluto.