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mercoledì 25 agosto 2021

708 - Charlie Watts

I morti non sono tutti uguali, certi quando muoiono portano via un pezzo di te. Magari non li hai mai visti di persona, ma ti hanno accompagnato per un periodo della tua vita, facendone parte.
Perciò, in ambito musicale, Fabrizio De André, Claudio Lolli, Joe Strummer o adesso Charlie Watts, hanno con sé pezzi di me. Alcune canzoni o album interi dei Rolling Stones ce li ho nel Dna. Avevo anche un libro, comprato in svendita per poche lire, sui Rolling Stones, di Roy Carr, di grandi dimensioni, con molte fotografie e la copertina cartonata rigida, lo avevo preso in un periodo orrendo della mia vita, ne ho avuto purtroppo tanti, ma in quello ero proprio in un abisso, e mi aggrappavo a quel libro per non precipitare, lo stringevo e m'immergevo nelle parole, nelle immagini, nella musica di Exile on Main St, il loro album da me preferito, che ascoltavo mentre leggevo. Mi hanno aiutato a non sprofondare, a farmi sentire meno solo insieme a loro, lungo le strade sballate della vita quando non ha più le regole che immaginavi da bambino. Se ero senza fiato, col culo a terra, vuoto dentro, mi ritrovavo negli Stones, in quelle atmosfere da anime perdute e sorrisi sbilenchi. C'era anche Charlie Watts a reggermi, a non farmi precipitare.
Ora non c'è più.
Si va avanti, con un pezzo in meno, affrontando le perdite e la tanta merda immancabile lungo il percorso della vita, ma ricordiamoci sempre: «Got to scrape the shit right off your shoes» ("Dovete raschiare via la merda dalle vostre scarpe") da Sweet Virginia.
Il nostro percorrere l'esistenza sarà migliore.





domenica 15 agosto 2021

707 - Perché

 Perché scrivere una poesia?

Per dire la mia?
Per descrivere una nascosta via?
Per far conoscere i massacri della Cia?
Perché qualcuna carina me la dia?
O perché, in fondo, è tutto un: "E così sia"?

Orgasmi e organza,
momenti vissuti, andati.

Una arancia che sfugge e rotola
percorrendo sporche piastrelle psichedeliche,
mi ricorda che gli anni migliori
vengono divorati dai giorni vuoti,
riempiti da meme&GerryScotti.

Reazionari travestiti da rivoluzionari
ripetitori del vuoto di questi tempi
cercano disperatamente di ridere
dell'ultimo scemo del villaggio globale
e se non lo conosci sei escluso
dalla distrazione di massa.

Una volta ero vivo, me lo ricordo ancora,
anche tu, anche lui,
eravamo vivi
eravamo vegeti
mentre adesso vegetiamo
io, tu, noi, tutti.

In fondo questo caos mediatico
creato ad arte
ha soffocato ogni forma di poesia.
Cazzi sempre duri, 
soldi e fighe sempre disponibili,
sempre nuove terre da devastare,
questo è ciò che importa
oggi.

Perciò penso a ieri 
e a domani.

Ma sono le 4.53,
non dormo
mi sento solo
e questo mi fa star bene.