Se apprezzate e volete offrirmi una birra o una pizza, vi ringrazio immensamente:

lunedì 26 dicembre 2016

607 - COMPRENDERSI

Non capisco la gente che vuole morire.
Non capisco la gente che vuole sempre partire.
Non capisco chiunque voglia fuggire.

Invece mi piace chi rimane
e si prende tutti i calci in faccia
che la sua esistenza gli riserva
e non se ne perde uno
e, contento, ride
e poi ride
e poi ride ancora
in faccia al destino
della vita infame.

Quello è un vero uomo.
Quello è un vero eroe.
Quello è un vero coglione.

Perché la vita ti accarezza
con la mano sporca di merda
o ti prende a pugni
con mani lavate e profumate
ma è tua
se fuggi non le scappi
perché per scappare veramente
devi perderti,
rinascendo.

Puoi incontrare tutto e il contrario di tutto:
chi più ti ama ti massacra,
uno sconosciuto ti raccoglie e ti salva,
il mostro può essere il più buono di tutti
e il più buono può essere il vero mostro,
la donna è spesso più maschio dell'uomo
e l'uomo spesso,
quando si toglie la maschera,
è un bambino che cerca una mamma.

Il miscuglio continuo del vivere
è baci in bocca, è calci in culo
è calci in bocca, è baci in culo.

In questa esistenza
se non ti aggrappi a nessuno
rischi di imparare a nuotare,
di essere indipendente,
di essere solo,
chiuso fuori dalla gabbia
libero.



mercoledì 21 dicembre 2016

606 - PAURE DOMENICALI

La domenica mi fa paura.
Le voci alla radio che commentano le partite di calcio domenicali fin da bambino mi parevano suoni inquietanti, da film horror.
E quelli che oggi ne hanno nostalgia mi fanno ancor più paura.
Così comi mi terrorizzano i cabaret di pasticcini portati ai parenti di domenica e tutti i vari rituali sociali domenicali, compresi quelli attuali, i programmi televisivi domenicali, i pomeriggi al centro commerciale o la pizza alla domenica sera.
Forse questa mia idiosincrasia deriva da fatto che mi terrorizza tutto quello che mi puzza di abitudine e normalità, perché mi pare di essere un prigioniero ergastolano, senza via di uscita, della prevedibilità.

venerdì 9 dicembre 2016

605 - LE STRADE NEI BOSCHI

Sono stanco dei libri, di scrivere, di leggere, della disoccupazione, dei lavori, dei soldi, della miseria, dell'inverno, dell'estate, degli anni che arrivano, degli anni che vanno, della società, della politica, dell'amore, dell'odio, delle guerre, delle pace, della grammatica, dell'astrologia, delle fedi, della falsa democrazia, della vera dittatura.
Voglio solo camminare senza pensieri in strade non asfaltate tra i boschi e incontrare donne dai capelli rossi, che volano silenziose tra gli alberi.




mercoledì 7 dicembre 2016

604 - CORTEI

- Andate a lavorare invece di fare i cortei di protesta! A lavorare dovete andare!
- Se protestiamo perché siamo disoccupati come facciamo ad andare a lavorare? Me lo spiega lei?
- Se uno vuole lo trova un lavoro, bisogna darsi da fare, adattarsi e non aspettare di trovare quello che si vuole. Invece vi manca la voglia di lavorare, è quello il problema di voi disoccupati. Meglio fare un corteo per chiedere un sussidio, così poi starete a casa pagati per scrivere cazzate su internet, farvi le seghe e fumare le cannette.
- Ma lei che crede di saperla tanto lunga che fa di lavoro?
- - Faccio consegne per un corriere espresso, quando il traffico non è interrotto come adesso dai cortei di voi nullafacenti oziosi.
- Quindi lavora con un contratto temporaneo, magari a chiamata, magari accettando paghe da miseria per portare via il lavoro a chi c'era prima e veniva pagato dignitosamente, magari non ha neanche la possibilità di avere un mutuo con un lavoro del genere, magari ha i capelli bianchi ma non ha ancora avuto la possibilità di vivere autonomamente o se ne ha il desiderio di formarsi una famiglia.
- Lo so ma purtroppo bisogna adattarsi a quello che c'è, altrimenti viene uno ancora più disperato e ti porta via il lavoro.
- Quindi in pratica è un lavoro da schiavi precari, che saranno sempre più schiavizzati per paura d perderlo. E come non bastasse lei lo difende.
- No, ma io no, non lo difendo, cioè...io...io...è vero...sto male.
- Allora protesti anche lei, con un salario minimo garantito avrebbe maggiore capacità contrattuale e non sarebbe costretto ad accettare qualsiasi condizione dagli sfruttatori, perché se un domani il suo padrone decide che alla fine del turno di lavoro chi non va in ufficio da lui a succhiargli il cazzo verrà licenziato, lei dovrà succhiarglielo per continuare a lavorare.
- Mi ha convinto, avete ragione voi, da questo momento non lavoro più per loro, maledetti sfruttatori schiavisti, non mi faccio più sfruttare, mi licenzio, sono libero; mi dia il suo cartello che vado in testa al corteo a urlare la mia rabbia.
- Sono contento che lo abbia capito, certo che le do il mio cartello, ma lei in cambio mi dia il numero di telefono del corriere da cui si è appena licenziato.


giovedì 1 dicembre 2016

603 - RISPETTABILITÀ

Siamo tutti rispettabili
cacche
sul marciapiede della vita
finché qualcuno ci pesta
o ci mette nel sacchetto
e quindi nel raccoglitore, apposito.

Sarebbe meglio
se chiunque
senza pestarci o prestarci attenzioni
ci ignorasse.

Almeno ci godremo l'aria e il panorama
di merda.

venerdì 25 novembre 2016

602 - DISSENSO

Alle volte dissento da me stesso, ma l'importante è non avere la dissenteria.

601 - AMARE UN'ASSENZA

Quando mi cerchi
cerchi un burattino
che obbedisca ai tuoi ordini
e per farmi sentire il tuo affetto
mi bussi allo scroto,
buongiorno al cazzo
e poi fai come se fosse tuo.

Io non esisto
se non come corpo,
se ti compravi un vibratore
stavamo meglio entrambi.

Ti piaccio
se non sono io
se non sono presente,
quando sono assente
e ti lascio me stesso.


domenica 20 novembre 2016

600 - Vendo dischi in vinile

Vendo con urgenza i seguenti album lp in vinile 33 giri in ottime condizioni, perfetti M o NM,  tranne dove è specificato, contattatemi se interessati alla email: andreasfinottis@gmail.com

LP 33 giri vinile in vendita:

1. AC/DC: Black Is Black (prima stampa)  = 14 euro
2. Al Jarreau: The Masquerade Is Over Jazz fusion= 9 euro
3. Artisti Vari - Hits anni 60 Arcade: It Was Twenty Years Ago Today (2LP) = 29 euro
4. BB KING: The Best Of BB King (MCA) = 9 euro
5. BILL HALEY AND THE COMETS: Original Favourites (Rca) = 9 euro
6. BILLY COBHAM: Spectrum = 18 euro
7. Blues Brothers: OST (usata copertina, prima edizione) = 14 euro
8. Bob Seger: Stranger In Town (picture disc edizione limitata) = 28 euro
9. Bruce Springsteen: Born To Run = 14 euro
10. Bruce Springsteen : Born In The Usa = 24 euro
11. venduto
12. CLASH: Clash (1° Lp) = 19 euro
13. COMMODORES: Greatest Hits = 12 euro
14. CREAM: Wheels Of Fire (2 LP) = 20 euro
15. Crusaders: Images = 12 euro
16. Dire Straits: Making Movies = 14 euro
17. DISSIDENTEN: Out Of This World = 9 euro
18. DOORS: Strange Days (Charter Line) = 14 euro
19. DOORS: L.A. Woman = 14 euro
20. EAGLES: Desperado = 13 euro
21. ERIC BURDON: House Of The Rising Sun (2 lp time wind) = 28 euro
22. EXPLORER: Explorer (Phil Manzanera Band) = 7 euro
23. GIRLSCHOOL: Play Dirty = 14 euro
24. GRAHAM PARKER: Stuck By Lightnint (LP+EP)= 19 euro
25. Greg Kihn Band: Next Of Kihn = 7 euro
26. Janis Joplin: Pearl = 14 euro
27. JERRY LEE LEWIS: Collection (Collector Series 2 LP) = 14 euro
28. venduto
29. venduto
30. venduto
31. JOE COCKER: Mad Dogs And The Englishmen (2 LP) = 20 euro
32. Joe Jackson: Body And Soul (special price) = 14 euro
33. John Mayal: Jazz, blues, fusion (bordo copertina sup usurato) = 12 euro
34. Iron Maiden: Killers (usato) = 12 euro
35. KID CREOLE & THE COCONUTS: Tropical Gangsters = 7 euro
36. LEONARD COHEN: Greatest Hits (Nice Price) = 14 euro
37. LOU RAWLS: Let Me Be Good To You = 14 euro
38. Louis Amstrong: Hello Dolly (MCA/Ricordi) = 7 euro
39. POGUES: The Rest Of The Best (Warner) = 15 euro
40. Richard & Linda Thompson: Shoot Out the Lights = 14 euro
41. ROCKETS: Galaxy (prima stampa, segni su busta interna)= 12 euro
42. Rod Steward: Camouflage = 9 euro
43. venduto
44. venduto
45. venduto
46. ROLLING STONES: Love You Live  (2Lp- De Agostini) = 15 euro
47. venduto
48. ROXY MUSIC: The Atlantic Years 1973/1980 (bordo copertina sup usurato)= 9 euro
49. RY COODER: The Long Ryders (Original Soundtrack) = 12 euro
50. Salif Keita: Soro = 14 euro
51. Sam & Dave: Greatest Hits = 19 euro
52. Stevie Ray Vaughan: Soul To Soul = 14 euro
53. STEWARD COPELAND: Rumble Fish (Original Soundtrack) = 14 euro
54. Suzanne Vega: Solitude Standing (stampa Belgrado, imperfezione su bordo)= 12 euro
55. TAV FALCO: Shake Rag EP (LP + EP lim edition) = 30 euro
56. YES: Tomato = 12 euro
57. Waylon Jennings: Ruby don't take your love to town = 9 euro
58. ZZ TOP: Tejas = 14 euro

ITALIANI

59. Cantautori SRL: Speranze, rabbie, libertà ( Branduardi, Dalla, Guccini, ecc.) = 14 euro
60. Edoardo Bennato: Io che non sono l’imperatore = 9 euro
61. Edoardo Bennato: Sono solo canzonette = 15 euro
62. Fabrizio De André: Rimini (prima stampa) = 29 euro
63. Gang: Le radici e le ali (raro) = 20 euro
64. Marras: Marras (cantautore sardo bravo) = 12 euro
65. venduto
66. Skiantos: Pesissimo = 20 euro
67. Skiantos: Signore dei dischi = 22 euro
68. Vasco Rossi: Cosa succede in città = 14 euro

GREATEST HITS PLATINUM (GERMANY)
69. Aretha Franklin: Just Right Tonight = 9 euro
70. Buddy Holly: Heartbeat = 9 euro
71. Buddy Holly: Peggy Sue = 9 euro
72. Canned Heat & John Lee Hooker: Crawling King Snake Blues = 9 euro
73. James Brown: Greatest Hits = 9 euro
74. Ray Charles: Hits The Road Jack = 9 euro

MUSICA CLASSICA
- Festival della musica classica leggera: 12 LP RCA- Selezione dal Reader's Digest = 25 euro

DISCHI VINILE CUT (valutati su ebay tra i  5 e  12 euro)

1. AC/DC: Flick Of The Switch
2. ALAN VEGA: SATURN STRIP
3. AL GREEN: THE BELLE ALBUM
4. AL GREEN: TRUTH N’ TIME
5. ALLMAN BROTHERS: ENLIGHTEN ROGUE
6. AIRTO MOREIRA: I’M FINE HOW ARE YOU?
7. ATLANTA RHYTM SECTION: DOG DAYS
8. ARETHA FRANKLIN: ARETHA (1980)
9. ART ENSAMBLE OF CHICAGO: THE THIRD DECADE
10. ARTISTI VARI:  GLI OSCAR – colonne sonore (RCA/SELEZIONE READER D) no cut NM
11. ARTISTI VARI MOTOWN: MOTOWN SHOW TUNES (1977)
12. ARTISTI VARI: THE STARS ARE OUT IN TEXAS
13. AVERAGE WHITE BAND: FEEL NO FRET
14. BILL FRISELL: RAMBLER
15. BLACKFOOT: SIOGO
16. BLACKFOOT: MARAUDER
17. BRIAN SETZER: LIVE NUDE GUITAR
18. CARLY SIMON: COME UPSTAIR
19. CARLY SIMON: SPY
20. DAVE GRUSIN: NIGHT-LINES
21. DEVO: SHOUT
22. DIANA ROSS & SUPRMES & TEMPTATIONS: MOTOWN LEGENDS
23. DOOBY BROTHERS: ONE STEP CLOSER
24. EDDIE SCHWARTZ: NO REFUGE
25. GARY US BONDS: STANDING IN THE LINE OF FIRE
26. HALL & OATES: LIVE AT THE APOLLO
27. HONEYDROPPERS: VOLUME ONE (MINILP  1984)
28. JONATHAN RICHMAN: JONATHAN SINGS
29. JONI MITCHEL: DON JUAN’S RECKLES DAUGHTER
30. KID CREOLE: DOPPELGANGER
31. KINKS: STATE OF CONFUSION
32. MISSING PERSON: RHYME & REASON
33. NEIL YOUNG: REACTOR
34. NILS LOFGREN: NIGHT FADES AWAY
35. OUTLAWS: GHOST RIDERS
36. OST MEATBALLS (STARRING BILL MURRAY)
37. PRINCE: AROUND THE WORLD IN A DAY
38. RANDY NEWMAN: BORN AGAIN
39. ROD STEWARD: BLONDE HAVE MORE FUN
40. ROD STEWARD: FOOLISH BEHAVIOUR
41. ROGER DALTREY: UNDER A RACING MOON
42. RUN DMC: RISING HELL
43. RUN DMC: RUN DMC (1988)
44. SMOKEY ROBINSON: WARM THOUGHTS
45. STEELY DAN: GOLD
46. STEVIE NICKS: ROCK A LITTLE
47. THELMA HOUSTON: SUNSHOVER
48. THE WHO:  WHO ARE YOU
49. VAN HALEN: WOMEN AND CHILDREN FIRST  (no cut, piccole scritte cover)
50. WILLIE NELSON: COLUMBUS STOCKADE BLUES




sabato 19 novembre 2016

599 - IL SUCCESSO ARTISTICO SUI SOCIAL

Molti vogliono essere degli artisti, hanno questo spasmodico desiderio per un bisogno disperato, essendo che tentano di nascondere a tutti, anche a loro stessi, il drammatico problema che affligge da sempre la loro vita, ovverosia l'essere degli stronzi che non si defeca nessuno.
Ma nel loro essere artisti non riescono, quando smettono la maschera della recita, a essere coerenti col personaggio che cercano di creare, ed ecco che salta fuori l'autentica stronzaggine che li pervade dalla nascita. Lo si nota con un po' di esperienza, si palesa soprattutto sui social network quando succede qualcosa che devia dal normale svolgimento delle convenzioni solite, un imprevisto, qualche cosa che va storto nei loro piani, allora esce lo schifo che contengono, lo sprizzano in ogni loro parola o gesto. Sono pieni di odio e invidia, si rinfacciano le cose fatte con falsa generosità, evidenziando la più triste meschinità dei falsi artisti, che non sono artisti dentro, con menti grandi e libere, bensì sono dei patetici recitanti di quel mondo che nel loro immaginario è artistico. Infatti li si vede attratti dalle manifestazioni più stucchevoli di questo mondo, già falso di suo, a cui agognano per avere una rispettabilità sociale.
Non riuscendoci nel mondo reale a farne parte si creano un teatrino privato, per immaginare sia quella la realtà, si chiudono in gruppi appositamente, dove si incensano a vicenda, consci che alla prova dei fatti nella vera realtà svanirebbero, restano chiusi lì, gelosissimi del loro orticello, senza mai uscire per non confrontarsi, per illudersi in questo modo di essere artisti apprezzati e di successo.
All'inizio possono avere un senso i gruppi chiusi, per confrontarsi, discutere, consigliarsi al fine di sviluppare il proprio talento, se c'è, ma poi diventano inutili nonché dannosi se si ripetono le stesse cose, si pubblicano libri che ci si compra a vicenda e non li legge nessuno oltre ai partecipanti, o a volte ci si accorge che nemmeno quelli che sono pubblicati sul libro lo hanno letto.
Sono interessati solo a recitare la parte di artista, non a tentare di esserlo veramente, c'è troppo da leggere e imparare, ci sono troppe convenzioni sociali a cui contrapporsi per essere veramente originali, per essere liberamente se stessi.
Più facile e comodo fingere di esserlo, per prendersi gli onori, evitando gli oneri.
Così bramano e sbavano per la serata poetica col sindaco fasciato e il parroco del paese in prima fila, tra applausi di circostanza e sorrisi tirati. Mentre dentro loro sognano di essere sotto contratto con qualche grosso editore, vincitori di qualche premio letterario prestigioso, per essere intervistati e poter finalmente dire il profondo discorso che si sono preparati da una vita:
"Ringrazio la mia famiglia e i miei amici, sono contento di essere arrivato primo!"
Ma basta dirlo al parroco, al sindaco e ai parenti annoiati costretti a presenziare alla serata, per percepire il profumo del successo; anche quando tutti gli altri percepiscono una puzza di merda secca.


martedì 15 novembre 2016

598 - FIGLI

Non ho mai avuto il desiderio di avere figli.
Soprattutto perché quasi sempre non ho i soldi neanche per me, sono perennemente a rischio Caritas, perciò se avessi un figlio non potrei comprargli niente, verrebbe deriso dai coetanei poiché non avrebbe gli oggetti che si devono avere per convenzione sociale, verrebbero delle assistenti sociali trotskiste a portarmelo via e finirebbe in orfanotrofio, poi verrebbe adottato da degli imprenditori di destra o da dei lecchini filogovernativi benestanti, che lo farebbero diventare l'ennesimo stronzo umano. E quando sarà adulto e affermato nella società mi chiamerà per incontrarmi in qualche programma idiota televisivo, per cercare di farmi sentire il colpa per il fatto di non avere avuto successo nella vita.
Quindi meglio non avere figli se si è malestanti e non inseriti in questa società.

Michael Denicola street art

domenica 13 novembre 2016

597 - POLITICA E ALCOLISMO

Un periodo eravamo solo in due senza auto in tutto il paese, io e un mio amico d'infanzia, ci ubriacavamo facendo il giro dei bar a piedi  e finivamo in piena notte a discutere animatamente per ore di politica.
Lui era di destra e votava per il Partito Liberale, io di sinistra e votavo Democrazia Proletaria.
A volte ci fermavamo vicino a  qualche casa a urlarci le nostre opinioni così aprivano la saracinesca protestando che li avevamo svegliati e che chiamavano i carabinieri.
Spesso arrivavano le luci dell'alba che eravamo ancora impegnati a discutere.
Una volta eravamo vestiti leggeri e nonostante fossimo ubriachi duri faceva freddo, c'era la fiera del paese con le giostre, così di notte impegnati nella nostra solita discussione per non andare a casa dal freddo che faceva siamo andati sotto una giostra per bambini coperta con un telone, ci siamo stesi come in letto con il telone della giostra per plaid e con le due teste fuori continuavamo a parlare di politica.
I proprietari della giostra dalla roulotte lì accanto, aprendo un poco un finestrino delle roulotte, protestarono pure loro che li avevamo svegliati e che chiamavano i carabinieri.
Continuammo a parlare urlando meno e non vennero neanche fuori a cacciarci via, né chiamarono i carabinieri, sembravano intimiditi a veder due pazzoidi del genere.
Andammo a casa anche quella volta alle prima luci dell'alba, con le nostre idee e i postumi della sbornia.
Poi io che abitavo più lontano dalla piazza cominciai ad andare in piazza con una vecchia  bicicletta da donna di mia mamma, allora da ubriachi lui si metteva seduto sul manubrio con le spalle rivolte a me che pedalavo e guidavo, era più basso di me ma più grosso, sembrava di avere un sacco da 95 kg di patate sul manubrio, girando di notte urlando di politica. In questa maniera una volta siamo andati fino alla festa dell'unità al campo sportivo e preso dalla discussione io sono sceso dalla bicicletta al volo, mentre lui ha proseguito da solo seduto sul manubrio per alcuni metri, schiantandosi contro la recinzione della festa.
Sono venuti fuori di corsa gli organizzatori della festa, dallo schianto credevano si fosse ammazzato qualcuno.
Invece avevamo solo sfasciato la recinzione, vedendo che eravamo noi due politologi notturni alcolizzati in bicicletta ci pagarono da bere.
Uscendo discutevamo ancora più animatamente;  perché io dicevo che solo la gente di sinistra ti paga da bere se sfasci la recinzione della festa, se era una festa di destra non succedeva, lui diceva di no, così proseguimmo fino al mattino seguente.

sabato 12 novembre 2016

596 - Have A Cigar e i bruciati

Ci sono canzoni che non sono canzoni.
Sono pezzi di vita, di carne, di sangue, di sperma, di te stesso.
Una di queste canzoni per me è Have A Cigar, l'anomala canzone dei Pink Floyd del loro album Wish You Were Here, uscito nel settembre 1975; era anomala in quanto non era cantata come al solito da un membro del gruppo ma da Roy Harper, però pure la musica era anomala, era quasi un funk rock e a me quasi unico in quel periodo piacevano i suoni funk, in più mi piacevano i Pink Floyd, per cui era per me la canzone perfetta.
Come singolo a 45 giri uscì nel novembre 1975, con sull'altro lato Shine On You Crazy Diamond.
Così nel 1976 era presente in tutti i jukebox italiani, anche nei peggiori bar delle peggiori periferie.
In uno di questi bar meno prestigiosi un giorno capitai io che non ero andato a scuola quel giorno, si diceva bruciato, avevo bruciato, c'era il terzo compito in classe di matematica del secondo quadrimestre e io avevo già due sufficienze risicate, se lo sbagliavo ero fottuto, invece saltandolo l'insegnante avrebbe fatto la media con i due dati sufficienti e mi salvavo.
Mi sentivo una volpe, un dritto, un genio, avevo fottuto quell'insegnante fottutissima e rompicoglioni; felice e trionfante nel bar andai al jukebox, inserii la moneta da 50 lire e selezionai Have A Cigar.
Ascoltai assorto e con il sorriso più beato stampato in faccia la lunga introduzione strumentale, poi iniziò la voce a cantare:
"Come in here, dear boy,..." (Vieni qui, caro ragazzo,...)
"T'pudivi butar su Sciainoniùcresidaimond che sta chi la m'fa cagare!" (Potevi buttar su Shine On You Crazy Diamond che questa mi fa cagare!).
Era uno del gruppo di bruciatori seriali seduti al tavolo accanto al jukebox.
Non lo badai neanche, mi sedetti a un tavolo accanto dove avevano lasciato il giornale e mi misi a leggere.
Quel vociare di sottofondo, le canzoni al jukebox, gli odori del bar,...tutto quanto ricordo perfettamente, ...arrivarono degli amici che conoscevo, ci si mise a parlare e ridere.
Potrei descrivere esattamente come eravamo vestiti e ogni particolare di quei momenti a decenni di distanza, perché era un periodo immerso in un'atmosfera elettrica, anche violenta, ma era vita che bruciava marchiando a fuoco indelebilmente i ricordi.
Si era in un'estasi collettiva e il futuro lo immaginavamo scritto da noi.
Poi alcuni giorni dopo quella di matematica intuì che facessi il furbo e mi fece un'interrogazione difficilissima in cui presi cinque, così mi mise cinque anche a fine anno e fui rimandato in matematica.
Succede anche alle volpi che vada male con l’astuzia.
Quando lessi sulla bacheca nell'atrio della scuola il risultato di fine anno sputai sul vetro, mentre mi allontanavo sentii delle ragazzette a modo che erano appena arrivate e si lamentavano dicendo: "Qualcuno ha sputato sul vetro della bacheca, che schifo!",  "Ci sono dei pazzi!".
Andai a ripetizione da un vecchio ed economico insegnante in pensione mezzo intronato e per risparmiare andavamo in tre insieme a lezione, c'era un caldo tropicale quell'estate, da soffocare in quella casa sita in uno stretto vicolo, vecchia e puzzolente di umidità, dove abitava e dava lezioni.
In più l'insegnante si accendeva sigarette in continuazione, un paio di volte se le accese pure alla rovescia, dando fuoco al filtro e tentando di accendere aspirando dalla parte del tabacco; un'altra volta mentre spiegava giocherellava con l'accendino poi andò per accendersi l'ennesima sigaretta, ma aveva alzato tutto il gas, così si bruciò le sopracciglia diffondendo un odore da pollo bruciacchiato nella camera.
Aveva un grosso gatto bianco e nero che stava sempre sulla finestra, sonnecchiava o guardava il vicolo, raramente si voltava per darci brevi occhiate, con un certo disprezzo, si sarà chiesto che ci facevano il suo padrone rincoglionito e quei tre ragazzini distratti di natura in una stanza piena di fumo, con quel caldo che c'era.
In pratica non si capiva quasi niente in tre insieme a lezione, però alla fine fummo promossi e passammo l'anno.
Quando andavo al bar e mi avanzavano 50 lire mettevo su ancora una volta Have A Cigar e stavo bene, mi pareva comunque di aver vinto, di averla fatta franca, anche perché dicendolo adesso in sincerità: non studiavo mai matematica.  Ma poi soprattutto me ne fregava un cazzo della scuola.
Mi piaceva più l'atmosfera che mi riportava questa canzone, sarcastica con il successo, mi sembrava un inno per tutti i combattenti perdenti, per i bocciati, i brucianti scuole e vite, per i predestinati a essere gli ultimi degli ultimi banchi o degli ultimi sedili delle corriere.
Quelli che non arrivano mai primi perché alla gara neanche partecipano non sono ultimi, loro sono fuori...e ascoltando Have A Cigar assaporano ancora una volta la bellezza di essere anomali.







martedì 8 novembre 2016

595 - LE RECITE LETTERARIE

Non volevo pubblicare libri.
Non ho mai spedito manoscritti a nessun editore, stavo bene anche a pubblicare sul mio blog e condividere sui social, consideravo che ho più lettori così che pubblicando un libro.
Però molti di quelli che leggevano mi dicevano: "Perché non pubblichi un libro che lo compro, ecc...".
Alcuni arrivavano a offendermi perché non avevo mai pubblicato libri.
Allora li ho pubblicati i libri, così la quasi totalità di quelli che mi invitavano a pubblicarli sono spariti, non hanno comprato niente.
Per fortuna non ci ho perso soldi perché mi sono autopubblicato su richiesta, principalmente per essere libero di scrivere come voglio e per non dover essere esposto in qualche serata come un orso ammaestrato agli ordini di qualche editore; ma comunque ho conosciuto editori che mi sembrano brave persone, se dovessero pubblicarmi senza impormi niente potrei anche farlo. Quello che non sopporto è il tentativo di ammaestrare la letteratura e chi scrive.
Non mi vedo ai premi e nei salotti a promuovere il libro, non mi piace quel mondo e non aspiro a farne parte, i premi e i salotti letterari sono frequentati da chi ha voglia di riconoscenze ufficiali, e ho constatato che la maggioranza di coloro che si dichiarano contro poi si scopre che sognano riconoscenze da quel sistema, in pratica lo contestano finché non riescono a farne parte.
Prevalendo perciò le persone false e le aspirazioni a entrare nel sistema esistente non si riesce a organizzare niente di alternativo alla realtà marcia che ci circonda, ognuno in fondo pensa ai suoi interessi, pertanto non ci sarà mai un'organizzazione di scrittori dal basso, capace di cambiare le cose. Lo fanno senza guardare in faccia alla realtà e rendersi conto che si potrebbe fare veramente qualcosa di concreto tra noi, o almeno provarci, ma ormai la do per persa l'occasione. Faccio solo notare che l'editoria è in perdita, al tracollo, ci vorrebbero nuove idee, magari migliori e non si dovrebbero ricalcare modalità in crisi.
Ma se ne parli con lo scrittore "alternativo" tipico ti dice che lui è contro il mercato, gli fa tutto schifo, anche chi cerca di creare un'organizzazione alternativa, ma poi ecco che accetta se ne ha l'occasione tutto quello che a parole contestava, poiché fa parte della sua aspirazione piccolo borghese di avere una rispettabilità in quel mondo consolidato da cui si sente escluso; perciò non gli interessa creare alcuna reale alternativa; perciò io che vado da sempre per la mia strada, senza tanti proclami, ho tutto il diritto di sputargli in faccia, sia metaforicamente che realmente.
Odio le autogiustificazioni, sono quelle che ammazzano il mondo, uno accetta questo sistema, lo dice, punto, e merita più rispetto di un finto alternativo.
L'autogiustificarsi mi ricorda quel racconto di Bolano del torturatore che appena finito l'orario di lavoro si metteva a parlare amichevolmente dei suoi problemi familiari con il torturato, ma ci restava male che questo lo guardava con odio, si chiedeva perché quel torturato non capiva che lui prima stava facendo solo il suo lavoro.
In maggioranza pensano che il mondo fa schifo ma non possono farci niente, quindi è meglio rassegnarsi, mentre è proprio questo modo di pensare il vero problema.
La rassegnazione è quella che ci frega oggi, la rinuncia a priori a ogni forma di protesta, e succede soprattutto qui in Italia.
Noto per esempio che se condivido una petizione non me la firma nessuno, "Tanto cosa vuoi che cambi" mi dicono, o magari mi dicono "Poi mi intasano la casella email con altre petizioni". Rendiamoci conto della situazione odierna, i nostri padri e nonni si facevano ammazzare per quello che ritenevano giusto mentre adesso è troppo disturbo anche solo fare una firma. Ci sono persino quelli che si autocensurano le parole per non venire bannati da Facebook; un giorno stavo criticando Facebook e una mi scrive che sarebbe d'accordo con quanto affermavo, ma non lo scriveva per non farsi cancellare l'account; ecco, a me leggendo queste dichiarazioni viene da ridere, per non piangere, e ovviamente mi cadono le palle.


sabato 5 novembre 2016

594 - FREGARSENE DELLE TENDENZE

Ho visto in giro che hanno quasi tutti i calzoni stretti sotto, alla caviglia.
Io invece ho quelli giù dritti, come andavano di moda vent'anni fa, anche perché ce li ho da quel periodo. Non seguo la moda, me ne sbatto il cazzo, apro l'armadio e mi metto quello che trovo.
Di solito giro vestito dalla cintola in giù come il cantante ex-grasso dei 99 Posse, pantaloni larghi con tasconi o, appunto, i jeans di 20 anni fa, mentre dalla cintola in su sono vestito come un pensionato con la pensione minima, indosso camicie e maglioncini presi in svendita per pochi euro all'upim o all'oviesse o nel cestone delle offerte degli ipermarket e dei mercati.
Quando qualcosa si logora o si rompe la taglio e faccio stracci.
Se sono di cotone li uso per pulire i vetri dell'auto o le mani quando faccio un lavoro meccanico, se sono di lana li metto al cane e al gatto che ci dormano sopra, così stanno caldi nella brutta stagione.
Ho notato che al gatto se metto un pezzo di un cardigan colore rosa antico di mia mamma, che si metteva spesso per casa, fa le fusa e ci va sempre a dormire, con altri pezzi di maglioni no. Credo si ricordi di quando andava a dormirle in braccio mentre lei guardava la televisione, sono stati cinque anni insieme prima che lei morisse e hanno una notevole memoria i gatti, diceva un esperto.
Infatti un giorno stavo leggendo un giornale vecchio sul tavolo in cucina, mi sono messo ad appallottolare il foglio che avevo già letto, ho visto il gatto che è balzato sullo schienale della poltrona e mi guardava, mi sono ricordato che tre o quattro anni prima gli facevo delle palline con un foglio di giornale appallottolato e gliele lanciavo, lui andava sullo schienale della poltrona per prenderle meglio. Ancora se lo ricordava e vedendomi rifare lo stesso gesto è andato ad aspettare che gliele lanciassi, per giocare.
Per quello quando vedo qualche gatto o cane morti per strada mi dispiace, muore un essere che ne sapeva di cose.

venerdì 4 novembre 2016

593- IL CAGNACCIO DELLA BASSA

Sono un cane randagio
nella bassa padana
tra una vita di afe e nebbie
ferite e incomprensioni
solitudini e calci del destino.

Diffido di chiunque
ringhio a chi mi guarda
non me ne importa di nessuno
di niente
e neanche di me.

Se qualcuno mi fa una carezza
batto la coda
ma subito dopo mi chiedo
dove sta la fregatura.

Noi cagnacci della bassa
ci si abitua così.










mercoledì 2 novembre 2016

592 - SEMI DI PANICO

Pezzi di paure
proprie e altrui
schegge di mille battaglie
sedimenti e nuovi arrivi
nervi lacerati
il cervello va per conto suo
ansie, panico
senza apparenti motivi
impulsi impazziti
troppe le schegge conficcate nei nervi
trovi rifugio in uno stato di dormiveglia
insensibile
perenne flebo di morfina
sfuggendo da una realtà non tua
verso una tua irrealtà
dimentichi tutto e tutti.

Cancellando anche te stesso
ti ritrovi.

martedì 1 novembre 2016

591 - I GATTI SENZA PADRONI

È matematico
ed è proporzionale:
per me
più ve la tirate,
più vi credete persone di successo
e più vi annullate.

Amo
i perdenti,
i disperati,
gli squinternati,
i cani abbandonati,
i gatti senza padrone,
l'erba che cresce nelle crepe.

E quando vedo la tua faccia triste
smarrita nella folla
vorrei
leccarti via le lacrime
disadattate, incomprese, solitarie
e farti entrare
nel mio universo
dove chi perde vince sempre
perché non ci sono gare
o schifosi vincitori
ma ci siamo noi
al di là di tutto.

Però camminiamo entrambi
proseguendo
ancorati alle nostre strade
andando
oltre quello che potrebbe essere
chiudendoci
le porte alle spalle,
anche questa volta.

590 - L'ETÀ CHE CONTA

I vecchi
sono polvere di specchi
stelle cadenti su escrementi di stambecchi
secchi rotti, ruote bucate, pentole bruciate
rime baciate, cagate pestate.

I vecchi 
non dovrebbero esistere
sarebbe più cool morire giovani e belli
come i miti del rock 
e i tossici delle piazzette dimenticate.

I vecchi
puzzano di muffa se sono poveri
profumano di soldi se sono ricchi
ma sono comunque anziani 
così i credenti vanno in chiesa a pregare
perché un buon dio ce li tolga dal cazzo
poiché chi è anziano fa schifo a tutti
persino a se stesso.
Sempre giovane e forte 
puoi essere
come nelle più splendenti pubblicità
lo sarai eternamente 
basta volerlo, esserlo dentro
lo ha detto anche un esperto in tv
che si può fare.

Così quando un giorno 
vedrai uno schifosissimo vecchio  
il più schifoso che tu abbia mai visto
riderai
e gli sputerai in faccia
e ti toccherà pulire 
il tuo specchio.


589 - LA POESIA SUI SOCIAL NETWORK

I poeti dei social network si definiscono poeti, ma magari sono solo pensionati in calore.
Magari siamo tutti dei poeti del cazzo, magari i veri poeti sono solo quelli riconosciuti e apprezzati dalla critica ufficiale e che non sanno neppure che esistiamo,...
Però dico una cosa: sinceramente trovo migliori poesie qui, in questo nuovo underground sul web, che leggendo i poeti più acclamati dalla suddetta critica. Magari sono gusti miei criticabili, ma la penso così e ne leggo poesie anche di famosi, le poche che mi piacciono degli altri le metto sulla mia pagina Poesia ribelle (mentre quelle mie le metto sulla pagina Antimerda poetica).
Tra l'altro per quanto mi riguarda scrivo poesie o qualcosa che assomiglia alla poesia dal 1978, non è che mi sia improvvisato perché mi sono iscritto a Facebook, è un'esigenza che sento dentro di me, fisiologica, scrivo per me stesso, poi se qualcuno mi legge e mi apprezza indubbiamente mi fa piacere, alcuni mi hanno chiesto se avevo dei libri miei pubblicati, non ne avevo, allora ho fatto dei libri ordinabili su richiesta, così non rompo il cazzo a nessuno e non faccio inquinamento con copie invendute, chi vuole se li prende.
Mi basta così, non sono mai andato a un premio letterario e neanche alla sagra paesana per cercare riconoscimenti, non me ne importa una sega, mi basta solo scrivere quello che mi gira nella testa, e sto meglio.
L'unica accortezza che uso è evitare di rendere pubblici i miei mal di pancia personali, quello che pubblico guardo che abbia un senso per chi lo legge, le cose che hanno un senso solo per me non le pubblico, perché credo che meriti un minimo di rispetto chi impegna una parte del suo tempo per leggermi e non voglio farglielo perdere leggendo cose che per lui sarebbero inutili.

martedì 25 ottobre 2016

588 - IL VECCHIO CANE E IL MARE

Ieri ho portato il mio vecchio cane praticamente cieco in spiaggia, era più di un anno che non lo portavo, perché ci vado raramente e se vado con lui si stanca dopo un po' a camminare.
Ma lui se lo ricordava e ogni volta che salivo in macchina veniva vicino, con la speranza che lo portassi via con me.
Dovevo andare in un posto vicino al mare allora ho preso l'occasione per portarlo. Era felicissimo anche se guardava verso di me invece che fuori dal finestrino, come faceva una volta, non guarda più in giro perché non vede niente.
Poi quando siamo arrivati al mare faceva versi di contentezza sentendo l'aria di mare entrare dal finestrino. L'ho portato col guinzaglio lungo la spiaggia; era contento di seguirmi e sentire il rumore del mare, camminava vicino all'acqua incurante se gli bagnava le zampe, era felice così.
Dopo qualche centinaio di metri si è stancato e siamo tornati indietro.
Per lui un giorno così è un giorno di festa, memorabile.


venerdì 21 ottobre 2016

587 - L'INSEGNANTE LISERGICO

Avevo un insegnante di francese a metà anni 70 che indossava giacche psichedeliche, sembravano fatte con la carta da parati di vecchi tinelli, di colori tra il rosa e il viola, a fiorellini o disegni fantasia da cravatta, fisicamente sembrava un Al Bano in acido.
Faceva discorsi strani, canticchiava canzoni che non conosceva nessuno, credo se le inventasse lui sul momento, e rideva continuamente. Tutti dicevano che era un matto, che non era in grado di insegnare; mentre a me era l'unico insegnante che stava simpatico. Una volta entrò in classe e la cattedra era su un ripiano rialzato in legno, lui con la borsa dei libri in mano si fermò alcuni metri prima del ripiano annunciando che avrebbe fatto un balzo da lì sino al ripiano, fece il salto, ma arrivò solo con la punta delle scarpe, sbattendo le ginocchia e i gomiti, cadde rovinosamente e rumorosamente sul pavimento sporco. Si alzò scuro in volto, si raddrizzò gli occhialini in metallo dorato e fece lezione, serissimo come non lo era mai stato, per tutto il resto del tempo.
Poi a fine anno sparì. Nessuno lo vide più.
Molti anni dopo in una città vidi da lontano uno che gli somigliava, in vestito grigio scuro e cravatta, ogni 5 o 6 passi si inginocchiava e si faceva il segno della croce, aveva i calzoni rotti all'altezza delle ginocchia, lacerati a forza di ripetere ossessivamente quel gesto, con le ginocchia che sbucavano dai  pantaloni lacerati, arrossate e sanguinanti. Era magrissimo, tormentato dai deliri religiosi, che lo divoravano.
Spero tanto non fosse lui.
Mi piace immaginarlo ancora libero nel suo mondo lisergico, a correre con la mente, inseguendo le farfalle della sua fantasia.

lunedì 17 ottobre 2016

586 - LA CAGATA MISTERIOSA

Oggi passando in un paese a 15 chilometri dal mio mi sono fermato davanti a una pineta recintata che non avevo mai visitato, ho pensato di fare qualche foto.
Parcheggio l'auto davanti all'entrata, scendo e vedo c'è uno che sta per uscire dalla stretta porta d'ingresso, intanto mi metto a guardare lungo la strada l'esterno della pineta, se c'è qualcosa di valido da fotografare, vedo che si avvicina il tipo, avrà sui 70 anni, alto, pelato e sta facendo un jogging lento con addosso una specie di tuta/pigiama di colore rosso chiaro, comincia a blaterare una cosa che non capisco a distanza con le macchine che passano, chiedo cosa ha detto e mi avvicino, ripete ma non capisco niente, quando siamo vicini mi ripete nuovamente il discorso con voce bassa, mi chiede se sono entrato a fare i miei bisogni.
Gli dico : - Sono appena arrivato. -
Comincia una tiritera dandomi del lei, che la gente va a fare "la cacca" in pineta, che lui è passato prima e adesso ce ne è una fresca che prima non c'era vicino all'ingresso, che così si rovina la bellezza del posto.
Cominciano a girarmi i testicoli, mi fa salire la violenza quando si rivolgono a me e percepisco una qualche mancanza di rispetto, mi accusa appena visto, così, senza motivo, sto per partire con un calcio nello stomaco e/o un pugno in faccia, fatico a trattenermi.
Mi dice che è il presidente della sezione comunale di un'associazione per la difesa del'ambiente e che tutti vanno a sporcare in pineta, mentre loro cercano di tenere pulito.
- Senta, sono appena arrivato e lei stava uscendo, inoltre non sono uno che defeca o sporca  in giro, faccio i bisogni nel mio bagno e in giro non butto neanche un fazzoletto di carta o una carta di caramella per terra, perché metto in tasca per poi gettare nei cestini apposti. Ha proprio sbagliato persona. -
Mi racconta che  domenica prossima con i bambini delle scuole devono pulire la pineta, ma vedo che mentre mi parla guarda la mia vecchia auto scassata e tra le parole dette percepisco che pensa ancora  sia stato io. Crede d'essere il Maigret delle merde, lo Sherlock Holmes delle cagate, presume che uno se gira con l'auto vecchia sia un disgraziato poveraccio cagone che non rispetta le regole del vivere civile.
Mi viene voglia di fargli annusare il culo, che è fresco di doccia, così si convince dell'innocenza del mio ano, non avrà mai visto un culo così pulito il vecchio presidente investigamerde, se ne accerterebbe che non possiedo un culo da cagone selvatico, bensì un culo più pulito dei piatti in cui lui mangia la domenica. Ma poi penso che non merita neanche di annusarmi il culo.
Non lo bado e lo guardo come si guarda uno che sta rompendoti il cazzo.
Se ne va.
Io entro incuriosito in questa meravigliosa pineta, che dice rovinata da una cagata.
Guardo dove diceva e mi pare una pisciata di donna, circondata da fazzolettini di carta da pulizia di topa postpisciata. Qualche decina di metri più avanti vedo uno stronzo stagionato mezzo pestato, allora deduco che probabilmente si è pestato metà stronzo, poi passando vicino la pisciata, vedendo i fazzoletti e sentendo odore della merda che si era appena pestato ha pensato a una cagata fresca, è uscito e ha incolpato il primo che ha visto nelle vicinanze, io.
Mi sento orgoglioso di me stesso, sono io il vero Maigret delle cagate, con capacità deduttive fuori dalla norma ho risolto immediatamente il caso; mentre l'improvvisato investigatore scadente andrà a casa trotterellando nel suo assurdo jogging con la merda spappolata sotto una scarpa, se l'attaccherà lungo il corridoio, magari anche sul tappeto del salotto. Fantastico!
Sorrido contento all'idea.
Continuo a camminare e mi guardo attorno, fa veramente schifo la pineta, brutta vegetazione, senza un cartello, senza indicazioni dei sentieri da seguire, non c'è niente, è tutto abbandonato e con ogni tanto dei rifiuti sparsi, non c'è neppure una recinzione che la separi dalla ferrovia che passa accanto la pineta, così se uno lascia liberi di giocare i bambini lì dentro possono finire sui binari e può succedere una disgrazia.
Invece di pensare  a questo il tipo si preoccupava per una merda in più o in meno tra quella schifezza, pareva ascoltandolo che fosse il giardino del re con tutto curato e perfetto.
Penso a che gente assurda c'è al mondo, è proprio vero che certi non meritano neppure di annusare i culi.
Esco e me ne vado.

domenica 9 ottobre 2016

585 - CULTURA ADDOMESTICATA

Non riesco a sopportare quasi tutti gli appartenenti al mondo culturale italiano, mi infastidisce solo parlarci, nonostante siano quelli più democratici e aperti mentalmente che si degnano di rivolgerti la parola.
Quell'aria di superiorità e di malcelato disprezzo nei confronti di chi non ritengono della loro levatura o non la pensa esattamente come loro è già nauseante, ma quello che mi infastidisce maggiormente è la loro adesione a modi consolidati, anche quelli presunti anticonformisti, veri rituali piccolo borghesi di chi vuole avere uno status sociale. In pratica vedo dei mentecatti mentali che aspirano a una qualche considerazione da parte di chi a parole detestano. Poi magari mi capita di leggere quello che scrivono e mi accorgo che avevo ragione, è spesso vera merda secca, senza nessun senso se non quello di servire a loro per restare nel personaggio che recitano.
Perciò non suggeritemi vincitori di premi letterari che vi son piaciuti tanto o il libro tanto di moda, a me nel 99% dei casi faranno schifo e vi odierò per il consiglio del cazzo datomi.
Me lo cerco io quello che mi piace e solitamente lo trovo tra i dimenticati, i diseredati, i disperati e tutti quelli che non si sono mai adattati a questa società.

584 - VESTITI BUONI


Ricordatevi sempre che è molto importante avere vestiti buoni.
Una volta da ragazzo stavo scappando di notte e scavalcando un muro altissimo con sopra una recinzione da stadio sono rimasto appeso, impigliato a un ferro della recinzione col retro della giacca a un'altezza di circa 10 metri, ero sopra i lampioni, che vedevo in basso e illuminavano il selciato dello stretto vicolo che passava sotto il muro.
Sono rimasto fermo, appeso così finché è passata l'auto di quelli che mi cercavano e potevano vedermi, invece l'ho vista proseguire, andandosene tra i vicoli senza notare che c'ero io appeso in alto, immobile, come un salame gigante che si stagionava nell'umidità della notte.
Passato il pericolo mi sono sfilato faticosamente e sono sceso.
La giacca ha retto il peso perché era un'ottima giacca pesante, vecchia ma valida, ereditata da mio padre, volevano buttarla negli stracci ma a me piaceva così ho iniziato a usarla, era di una stoffa grossa quasi come un cappotto, nera con quadretti minuscoli grigi, c'era scritto in un'etichetta interna che era stata creata da Angelo Litrico, non sapevo chi fosse ma gli sono stato poi grato per aver creato quella giacca così robusta, che mi ha salvato la vita.
Se mi succedesse con addosso una di quelle che fanno adesso, confezionate con materiale scadente nei paesi dove sfruttano la manodopera, si strapperebbe subito e cadrei giù come un caco strafatto marcio, spappolandomi sul selciato sottostante.
Perciò vestitevi con roba buona, non si sa mai.
Inoltre spesso trovate di meglio nell'armadio tra la roba vecchia che vorreste buttare che nelle vetrine dei negozi.



domenica 2 ottobre 2016

583 - PROIETTILI INASPETTATI

Basta un niente per cambiare la vita,
anche solo uno sguardo,
anche solo una parola
o una sola lettera
per viaggiare con una roulotte russa
per giocare con la roulette russa.

Una vita crea un rapporto
con amici, coniuge, figli
e un secondo cancella tutto.

Momenti proiettili
inaspettati
bucano le nostre stanze
attraversano le nostre esistenze
mentre ci ubriachiamo
di finte sicurezze.

La paura fa aggrappare
ai relitti
di ciò che già si conosce
per illudersi di non precipitare
in noi stessi
in ciò che siamo
in ciò che non vogliamo.

Solo accettandoci
possiamo salvarci.


venerdì 30 settembre 2016

582 - BOTTIGLIE SVUOTATE

A volte mi viene una strana voglia.
Una voglia di ascoltare un pezzo musicale trucido fracassone, che mi riporti indietro nel tempo...sui bordi degli autoscontri, tra i fumi di libanese al rosmarino, i giubbotti di jeans invernali col pelo bianco sul colletto, con le spillette e le toppe degli Iron Maiden o la lingua degli Stones, i tirapugni e i coltelli a scatto sempre a portata di mano per difendersi dalle proprie paure, le cassette registrate da scambiarsi, poi la tipa che ti piace la vedi passare...ha guardato te..no ha guardato me...ma vada a cagare che se la tira troppo...intanto un cane pastore tedesco randagio si è affezionato e ti segue ovunque, anche se il panino che avevi diviso con lui l'hai finito e ti è rimasta solo la bottiglia di Adelscott da finire di scolare seduto su uno scalino, guardi le giostre accarezzando un cane sconosciuto che ti vuole bene, vedi da lontano la compagnia...ma non vedi che stiamo volando via tutti, ognuno a suo modo e nei corpi fermi in paese ancorati ai doveri della vita rimangono solo i ricordi... nessuno se ne è accorto, tranne il cane randagio, all'improvviso capisce che qualcosa è finito e si allontana sparendo nel nulla, da cui era apparso.
Resti solo nella notte, con la bottiglia di birra vuota in mano.
Davanti hai la scena della compagnia che si sfalda, ognuno torna a casa, dentro la sua vita.
Quel noi che svanisce in tanti io.
Ma cercheremo tutti di rivivere ogni momento di quel periodo, per il resto della vita.


mercoledì 28 settembre 2016

581 - CONTRADDITTORI

Metto le poesie e molti mi dicono che preferiscono i miei racconti, metto i racconti e non se li caga nessuno.
Non avevo pubblicato libri e molti mi rimproveravano di non averne pubblicati perché loro sicuramente li compravano, allora ne ho pubblicati tre diversi (poesie, racconti autobiografici e racconti di fantasia) ma quasi tutti quelli che mi dicevano di pubblicarli non li hanno presi, mentre li hanno presi e apprezzati altre persone, molte delle quali prima neanche le conoscevo.
La cruda realtà è che sui social si fanno commenti a vanvera e si cercano principalmente dei giullari, per qualche momento di distrazione. Pochi ti seguono veramente e ancor meno cercano di capire cosa vuoi dire.
Se facessi dei video in cui mi prendo a bottigliate sullo scroto cantando "Bandiera rossa" avrei molto più successo, diverrei il pagliaccio del momento. Invece mi ostino a scrivere cose che mi piacciono e che mi sembrano pure spesso più interessanti o divertenti della comicità banalotta che piace tanto al popolo del web.
Comunque considerato che l'importante è piacere a se stessi io sono a posto così.

mercoledì 21 settembre 2016

580 - ULTRARAZZISMO

Guardo il Tg3 regionale Veneto: ad Abano molti abitanti e albergatori protestano perché devono mettere dei profughi in una vecchia caserma inutilizzata.
Non in lussuosissimi alberghi a una, due o finanche tre stelle contro cui riversa la bile quotidianamente Salvini, ma in una enorme caserma disabitata da anni.
Il problema dicono coloro che protestano è che poi gli immigrati sono vicini al paese e si vedono in giro, solo il vederli farà scappare inorriditi i turisti, si deprezzeranno le case, crollerà l'economia locale, quindi ci saranno disoccupazione diffusa, uragani, cavallette, concerti di cover band degli U2, più tutte le altre peggiori disgrazie possibili e immaginabili.
Ne devono mettere degli altri immigrati però distanti chilometri dal paese, in una frazione, ma anche quelli non vanno bene perché dicono poi possono spostarsi anche di 20 chilometri per andare nel paese più abitato, a terrorizzare la gente con la loro presenza.
Neanche nel Sudafrica dell’apartheid o nell’Alabama più razzista non volevano neppure vederli, vivevano separati ma si potevano almeno far vedere in giro e risiedere in quelle zone.
Qui siamo ancora peggio, non vogliono neppure vederli ,neppure possono risiedere a chilometri di distanza, neanche dentro caserme vuote e inabitate.
Siamo messi male come non lo siamo mai stati, ma non per il problema degli immigrati stranieri, ma per il problema dell’emigrazione dai corpi dei cervelli di certi residenti.
Di questo passo prossimamente le elezioni le vincerà il Ku klux klan, ma gli elettori saranno ugualmente insoddisfatti, perché avrà un programma politico troppo moderato per loro.

N.B.
Il comune è commissariato perché il sindaco di centrodestra rieletto è stato incarcerato con altri per anni di tangenti e appalti truccati, ma quello non è un problema che indigna e fa scappare i turisti.




lunedì 19 settembre 2016

579 - DOMENICA MATTINA

...splatsplatplatsplatsplatsplat...
Driin Driin Driin...
- Buongiorno.
- Cosa volete?
- Il regno di Geova sta venendo!
- Anch'io stavo venendo, se voi non mi rompevate il cazzo.



sabato 17 settembre 2016

578 - MYSTIC MAN

Una volta nella piazza del paese arrivò un "mystic man", come cantava Peter Tosh in quel periodo.
Sembrava appena uscito dalla macchina del tempo.
In pieno periodo tra il punk e la new wave girava vestito come oltre dieci anni prima, da hippie orientaleggiante, era proprietario di un banchetto al mercato di oggettini orientali, profumi e foulard. Era un bel ragazzo sui 25 anni, alto circa 185 centimetri e magro, sbarbato con capelli castani lunghi e lisci, perfetti, parevano freschi di parrucchiera evidenziando una notevole attenzione all'aspetto estetico, dietro a una ricercata apparente trascuratezza.
Camminava con un modo di fare autorevole, pieno di sé e di collane, collanine, braccialetti, emanando anche un forte profumo.
Alcune ragazzine presenti lo guardavano ammirate
Chiese in giro se c'era del fumo, ma non c'era in quel momento chi ce l'aveva. Allora un manovale edile tatuato, basso e grosso gli disse. - Vieni qui che mi è avanzato da ieri sera un pezzetto da fare una canna, ce la fumiamo tutti assieme.-
Il mistico disse: - Grazie, sediamoci sull'erba, facciamo un cerchio per raccogliere le buone energie.-
Andò tra le siepi, a sedersi con le gambe incrociate in mezzo all'erba e alle merde di cane.
Gli altri lo seguirono perplessi, si sedettero ognuno a suo modo, il manovale tatuato restò in piedi e con le spalle appoggiate a un albero rollò la canna, la accese e dopo un paio di tiri, la passò a un suo amico accanto a lui, che fece un altro paio di tiri e la passò al mistico.
Il mistico unì le mani come in preghiera, prese la canna dalla parte dei mignoli e portando la mani davanti alla fronte, puntando la canna in alto, cominciò a lamentarsi con gli altri: - Non sapete fumare, il fumo è sacro, ma voi fumando in questa maniera attirate solo energie negative, in questo momento le percepisco,  invece dobbiamo attirare energie buone, positive, vi insegno io come si fa a fumare bene: intanto chi prepara deve dire quando è tutto pronto "Bambulè" e tutti devono rispondere  "Bambulè",  dopo la accende, fa i suoi tiri e quando la passa dice "Buon Shiva", e così deve fare ognuno quando la passa a un altro, deve sempre dire "Buon Shiva", in modo da scacciare le energie negative ed avere un buon viaggio, poi si deve tirare così...-
Avvicinò con aria solenne la bocca tra il pollice e l'indice delle mani unite e aspirò lentamente, lungamente, poi con gli occhi socchiusi tenne il fumo dentro, dopo diversi secondi, lo espulse fuori con calma, sempre con gli occhi socchiusi, si riavvicinò lentamente le mani alla bocca per dare una seconda tirata...ma non tirò niente...gli strappò via dalle mani giunte la canna il manovale, urlandogli: - Se non la smetti di fare il deficiente ti sfondo di calci, mi finisci la canna perdendo tempo con le tue stronzate, vaffanculo fuori dai coglioni! -
Il mistico tra le risate si alzò e si allontanò.
Poco dopo stava lamentandosi con dei vigli urbani, dicendo che mentre si era allontanato un attimo gli avevano fregato parecchi oggetti dalla bancarella e tutti i  soldi dalla cassa, aveva detto ai vicini di bancarella di dare un'occhiata alla sua roba ma loro avevano da fare, o magari pure a loro il mistico saccente stava sul cazzo.
Però aveva ragione quando diceva che percepiva cattive energie, gli stavano fregando tutto.




domenica 11 settembre 2016

577 - SCARAFAGGI

Ho la casa piena di scarafaggi, poiché sono ecologista non do il veleno ma dopo mezzanotte so che escono, allora vado nei punti strategici e con i miei magici sandali del numero 44 rapidamente li schiaccio. Poi li raccolgo con la paletta raccogli polvere e al mattino seguente li getto nel campo dietro casa, per la gioia degli uccelli insettivori.
Mi sono così inserito nella catena alimentare dell'ecosistema della zona.
Però ieri sera ho schiacciato quello che credo sia stato l'ultimo,
Ora dovrei procurarmi altri scarafaggi per non essere licenziato anche dall'ecosistema.

576 - Rock progressivo, punk, new wave e il problema delle caccole

Quando vedo Roberto Saviano che parla mi distrae, non sta mai fermo, si tocca il naso, si gratta la pelata, si mette le dita in bocca, negli occhi, nelle orecchie, ecc...e facendo così mi ricorda un venditore di elettrodomestici che conoscevo.
Se andavi nel suo negozio e ti spiegava come funziona qualcosa era uguale, solo che era in versione meno soft, lui era molto più hard.
Aveva un aspetto trasandato, sui sessant'anni con barba e capelli lunghi, sembrava un povero disperato senzatetto anche dal modo in cui era vestito, persino i colori dei vestiti sembravano opachi, coperti di polvere, era un allevamento di acari semovente. Aveva il negozio pieno di santini e crocifissi, era un cattolico praticante, ma dedito al culto sozzonista.
Mentre spiegava si toglieva gli occhiali con le lenti fumé marroni e con aria pensierosa alternando i pollici si puliva le croste degli occhi, poi si rimetteva gli occhiali ma poco dopo si infilava la punta del pollice e dell'indice nelle fossette del naso per rovistare le caccole vicine all'uscita nasale, finita la parentesi caccolista passava nelle orecchie scavando con l'unghia appositamente lunga dei mignoli dentro, per estrarre il cerume, poi stringeva le mani a pugno per raccogliere le forze e spartire equamente sulle dita e nella mano il raccolto; a volte tornava indietro, dalle orecchie al naso agli occhi, traslocando le varie secrezioni corporali, per cui una eventuale ispezione poteva trovargli delle caccole del naso nelle orecchie o del cerume nel naso o un mix di tutto attaccato alle ciglia degli occhi.
Quando aveva finito si grattava lungamente con le dita i peli della barba, imboscandoci i residui scovati. Chiudeva la spiegazione pulendosi con pollice e indice destri i lati della bocca e porgendoti immediatamente dopo la sua mano destra.
Io avendo subito notato con altri che mi precedevano questo suo atteggiamento avevo imparato, quando sentivo stava per chiudere il discorso mi allontanavo repentinamente, fingendomi interessato a qualcosa, poi, mostrando una certa fretta, prendevo la direzione dell'uscita ringraziandolo della spiegazione e salutandolo con un cenno della mano, da lontano.
Probabilmente si sarà chiesto perché ero sempre di fretta.
Però una volta mi ha fregato, mi sono voltato per allontanarmi ma dietro aveva spostato le lavatrici chiudendomi la solita via di fuga, non passavo, ero intrappolato!
Mi ha teso la mano... l'ho stretta.
Sono uscito senza mettermela nemmeno in tasca e sono entrato in un bar poco distante, andando dritto al bagno a lavarmela.
Probabilmente sarò un po' troppo schizzinoso, ma non mi entusiasma girare con la mano sporca di caccole e residui corporali vari di un cattolico, e neppure se fossero degli appartenenti ad altri culti religiosi mi entusiasmerebbe la faccenda.
Inoltre alle caccole va giustamente posto un limite, perché hanno una vita propria, si incollano ovunque e viaggiano nello spazio e nel tempo, ho visto con i miei occhi caccole del naso attaccate a banconote, tra la pagine di un libro preso in biblioteca, attaccate sulla tasca destra posteriore dei calzoni bianchi stretti di uno che voleva fare il figo, attaccate a dischi dei Genesis.
Ecco, i Genesis credo siano la rock band preferita dai rovistatori di caccole più accaniti così come il rock progressivo sia il loro genere musicale preferito, con quelle lunghe canzoni sognanti tra il rock, il jazz e la musica classica, che sono l'ideale per abbandonarsi allo scaccolamento senza limiti.
Anche i punk, notoriamente opposti e nemici dei seguaci del rock progressivo, con brani brevi in cui contava più l'energia trasmessa che la tecnica esibita, mentre ascoltavano la musica non avevano molto tempo per scaccolarsi ma nelle pause ne ho visti molti scaccolarsi in pubblico, come per dimostrare un anticonformismo anche alle regole dell'igiene e del buon senso.
Sarà anche per questo che io mi sento new waver più che punk, pur avendo condiviso lo spirito sovversivo del punk degli albori, uno spirito che infatti è traslocato subito nella new wave innovativa e imprevedibile, mentre il punk perdeva questo spirito iniziale uniformandosi a certi canoni e diffondendosi su larga scala.
Quindi è meglio la new wave, anche perché i new waver non si scaccolano mai in pubblico.



venerdì 9 settembre 2016

575 - Da bambino volevo volare via


Abitavo in una casa rosso sangue lungo una strada statale trafficatissima, la più pericolosa d'Italia, prima nella classifica degli incidenti mortali. Migliaia di camion e auto passavano ininterrottamente e fragorosamente giorno e notte a pochi metri dalla porta e dalle finestre sul lato sud della casa.
Mentre dietro casa, sul lato nord, eri immerso in una realtà opposta, un paesaggio che iniziava con un enorme salice piangente alto otto metri che sbatteva con le lunghe fronde contro la casa sporcandola di verde e come un sipario apriva dietro di lui un altro mondo, verde campagna, multicolori fiori di campo, uccellini, animali, insetti ci vivevano gioiosi, abbracciati da un orizzonte fatto di campi di terra coltivati, inframezzati da boschi, case, stalle e sullo sfondo il grande argine del fiume.
Sul lato est c'era, duecento metri dopo casa, una zona industriale, con fabbriche micidiali e vapori tossici, una produceva vernici e ogni tanto ne scartava e le riversava nei fossi, facendoli diventare di ogni sorta di colore; un'altra produceva mangime per pesci sciogliendo col solvente carcasse di animali ed emanando una puzza pestilenziale, una volta un paio di operai sono caduti in una cisterna, uno è morto subito e l'altro con i vapori è impazzito, lo hanno poi portato in un istituto dove è rimasto, incapace di intendere e volere, per decenni, fino alla fine dei suoi giorni.
Subito dopo la zona industriale c'era una vasta discarica intercomunale a cielo aperto di immondizie, con copertoni, plastica e ogni sorta di rifiuti che bruciavano in continuazione.
Sul lato ovest della mia casa invece c'era un paesaggio metropolitano, cominciava con un palazzo di appartamenti dell'edilizia popolare, poi un incrocio con una strada comunale che era diventato il ritrovo della piccola delinquenza della zona, poi negozi, case, la scuola e un viavai continuo di gente indaffarata, operai, agricoltori, impiegati, pescatori, commercianti, delinquenti, assicuratori, prostitute, frati, ritardati mentali e soprattutto casalinghe, infinite casalinghe, una marea di casalinghe di ogni foggia e dimensione. Non esistevano donne che lavoravano o donne single, lì tutte erano casalinghe sposate perennemente indaffarate, forse qualcuna non era sposata ma fingeva di esserlo, perché le rarissime di cui si sapeva non avevano marito venivano guardate male, come delle appestate, avevano qualcosa che non andava, erano considerate in pratica delle merde umane da guardare con compatimento; così come gli uomini non sposati, anche loro erano considerati merde o matti, non a posto con il cervello, comunque dei paria fuori casta.
Nel caotico continuo vociare di questo affollamento umano come degli spot pubblicitari si inserivano, sovrastando le altre, le potenti voci dei venditori ambulanti : "Callegari Amaro, Amaro Callegari" del rappresentate dell'amaro del Cavalier Callegari; "Taio rosso taio romagnolo" del venditore di angurie di qualità romagnola; "Gambari gambari gambari oooooh" del venditore di gamberi che prolungava la frase urlando un oh finale come un tenore per richiamare l'attenzione della gente;  "Maria vola pesce?" di una venditrice di pesce, con una grande bicicletta arrugginita dotata di due enormi portapacchi davanti e dietro pieni di cassettine bianche con dentro il pesce fresco, si fermava davanti alle porte delle case urlando a squarciagola per chiedere alla Maria della casa se voleva del pesce, si chiamavano quasi tutte Maria le donne e pure lei si chiamava Maria, era la "Maria del pesce".
Tra questi multiformi scenari c'ero io, leggevo continuamente libri di favole o avventure e fumetti, spesso mi arrampicavo su qualche albero dove rimanevo anche per ore a leggere o a immaginarmi di essere Tarzan; poi quando scendevo cercavo di costruire delle assurde macchine volanti, che mi facessero volare via, lontano da tutto.
Ma non volavano mai, ancorate a terra, non si sollevavano di un millimetro.
Allora andavo a giocare con i miei amici al nostro parco giochi che era la discarica di rifiuti dopo la zona industriale, avevamo tutti un coltello a scatto e lo tiravamo contro un qualche bersaglio facendo scommesse, o spaccavamo le bottiglie con le pietre, oppure cercavamo tra i rifiuti se c'era qualcosa di interessante, a esempio dei giocattoli rotti che poi aggiustavamo oppure dei fumetti o anche degli oggetti in ferro che raccoglievamo, caricavamo su un carrettino preso al nonno di uno di noi e lo portavamo al ferrivecchi, quindi con i soldi ricavati andavamo in qualche bar a spenderceli tutti in bibite, gelati, jukebox e flipper.



martedì 6 settembre 2016

574 - SMARRENDO L'IMPALPABILE

Una poesia non si vede
non c'è
aleggia nei ricordi
la intuivamo
era dentro
parte di noi
un noi svanito
in due io
senza quella poesia.

Ora dov'è?

Pereppeppè.



domenica 4 settembre 2016

573 - AMIAMO I NOSTRI TORTURATORI

Siamo animali da macello
spiati, schedati, catalogati 
numerati
controllati
in ogni nostra espressione
bloccati
quando usciamo dal consentito
torturati
con sostanze chimiche tossiche
sfruttati
per il profitto di chi comanda.

Ma il sistema di controllo
in questo campo di concentramento 
piace ed è difeso dai prigionieri torturati
poiché impone pensieri e desideri
facendosi chiamare: libertà.


Immagine di Pawel Kuczynski

lunedì 29 agosto 2016

572 - PULVISCOLO NELLO SPAZIOTEMPO

Siamo volatili cellule destinate a svanire
che si aggrappano a qualsiasi cosa
possa fare immaginare
al di là della labilità dei nostri tempi,
potendo così distrarsi
dimenticando
di vivere la vita.

Chi fugge dalla propria esistenza
perde
se stesso.

Ogni tempo
che non riempiamo
ci vola via.

Giovanni Segantini: Ave Maria ai monti


martedì 23 agosto 2016

571 -- ATTRAZIONI

Spesso le donne più sono basse più sono attratte da quelli alti, invece a quelle alte piacciono i bassi, mi è capitato di conoscere una alta più o meno come me e non le piacevo, le piaceva un mio amico basso, proprio per l'altezza, me lo ha detto lei che era attratta da quelli di bassa statura.
Oppure conoscevo una che sarà stata poco più di un metro e mezzo, con la testa non mi arrivava alle spalle e diceva a me che ero troppo basso, gli piacevano quelli altissimi, difatti c'era uno grasso che sarà stato oltre un quintale e mezzo per circa due metri di altezza,  lei lo guardava come John Belushi quando ha visto la luce durante la predica di James Brown...impallidiva, farfugliava le parole, diceva che è bellissimo...ma lui faceva obiettivamente schifo al cazzo, era brutto, antipatico e fatto come una damigiana gigantesca con la barba, praticamente le piaceva solo per il fatto che era enorme.
A me fa vomitare la barba, la taglio appena mi cresce, e se fossi una donna a un barbuto non gliela farei nemmeno vedere, invece noto che a molte donne il barbuto stimola l'ormone, sono attratte solo dai barbuti.
Ricordo anche una che conoscevo da Bologna, mi ha raccontato  di una sua amica fanatica dei ragazzi con i capelli lunghissimi, si era fidanzata con uno lungocrinito ma un giorno lui si è tagliato i capelli corti e lei si è arrabbiata, così lo ha lasciato, diceva non gli piaceva più.
Ma potrei dire lo stesso anche dei gusti degli uomini, ognuno ha una qualche fissazione, uno che conoscevo mi confidò lo eccitavano da impazzire quelle che puzzano di sudore.
Il fatto è che la gente è quasi tutta deficiente, uomini, donne o x che siano, hanno gusti idioti che rasentano o a volte oltrepassano la follia, un classico esempio sono quelli che si innamorano delle fotocopie umane di loro padre o della loro madre, e ne vedo molti, qualche problemino mentale evidentemente ce l'hanno.
Per fortuna io mi sono accorto fin dall'infanzia che le persone in maggioranza sono veramente malate di mente, perciò non le bado e cerco di essere me stesso, se piaccio bene e se non piaccio possono comodamente andarsene affanculo.
Meglio soli che Mal dei Primitives accompagnati.

domenica 14 agosto 2016

570 - FUORI DAI CANONI

Ho sentito una che diceva, a una sua amica, lei è anni non va al mare perché non passa la prova costume. Una che non va al mare perché è grossa credo proprio sia scema completa, si fa imporre dei canoni estetici dalla pubblicità e così si rovina la vita. Tra l'altro aveva la borsa con la spesa ed era piena di pacchi di biscotti e brioche, magari se mangiasse meno dolciumi calerebbe il culo da damigiana. Oppure mangia quel cazzo che vuoi e fregatene.
Invece vogliono mangiare come maiali senza un domani e avere il fisico da top model.
Ne ho visto un'altra grossa che girava a metà agosto vestita di nero e con un maglione legato in vita, per occultare il culo.
Pensa di affascinare messa così, che non si veda sotto il maglione il culo a due piazze. Magari trova uno che vuole accoppiarsi con lei e che fa? Si tiene il maglione legato in vita anche quando tromba o spegne tutte le luci, così secondo lei il partner non vede e non sente che ha il culone. Non so che idee si facciano!
Sembra una falsona una che si comporta così, al massimo trova qualche disperato morto di figa terminale che se la zompa per scaricarsi l'apparato urogenitale e poi fugge via.
Invece bisogna accettarsi, per essere accettati.
Evitando di farsi schiavizzare dai canoni estetici imposti.

sabato 13 agosto 2016

569 - Charles Bronson

Una volta nei primi anni 80 ho incontrato casualmente un tossico in pelata più vecchio di me, mi attaccò discorso raccontandomi che spesso quando lo fermavano i poliziotti gli fregavano i soldi, approfittando del fatto che fosse pieno di precedenti penali e la sua parola valesse niente contro la loro, era andato per comprarsi un vestito per il matrimonio del fratello ma lo hanno fermato e si sono tenuti i soldi del vestito, lui si è dovuto adattare un vestito vecchio per l'occasione.
Era molto tradizionalista, con i classici discorsi della campagna veneta più ancorata alle tradizioni. Mi raccontava dei suoi fratelli e mi restò impresso che mi raccontò di uno di loro con orgoglio, era il playboy della famiglia, diceva fosse il sosia dell'attore Charles Bronson, faceva l'operaio, nel tempo libero girava in vestito e cravatta col baffo su una vecchia Fiat 850 coupé nera con i cerchioni in lega, andava messo così la domenica pomeriggio nei piccoli paesini della campagna veneta, dove si fermava davanti al bar e arrivavano subito le ragazze a chiedergli gli autografi, credendo fosse veramente l'attore e andava a finire che trombava come un riccio con le fan.
Per immaginarsi Charles Bronson, allora famoso attore americano, girare con una vecchia 850 la domenica nella più desolata campagna veneta e poi magari rispondere alle fan in dialetto veneto ce ne vuole, devono essere state ben predisposte o annoiate, con la voglia di colorarsi la vita facendo sesso con il sosia di Charles Bronson.
Magari adesso saranno diventate nonne le amanti del falso Charles Bronson e faranno la morale alle nipoti quando vogliono uscire la sera, lamentandosi del degrado attuale e dicendo che al loro tempi le ragazze erano più serie, pensavano a sposarsi e uscivano solo la domenica pomeriggio.




domenica 31 luglio 2016

568 - TRITURATI

Parole
inviate
finite
nelle menti
foglie morte nel trituratore.

Gabbiani vivi tra i rifiuti.

Gabbiani morti nei rifiuti.

Intanto splende il sole estivo
sulle lamiere vacanziere arroventate.

Intanto splendono le scorie tossiche
nelle sane merende dei bambini.

Però usiamo carta igienica
sterilizzata e profumata.

Però votiamo i burattini
con i loro burattinai.

Infiniti indefiniti dubbi
malesseri esistenziali
delebili
consegnandosi ai consumi,
obliandosi.

567 - BRUCHI E FARFALLE

Siamo tutti bruchi, siamo tutti farfalle.
Siamo universi infiniti.

I nostri limiti li creiamo noi
imitando gli altri
rinunciando a noi stessi.

Troviamoci nell'infinitamente.
Scopriamoci nell'immensamente.

mercoledì 20 luglio 2016

566 - PERSI

A me piace la poesia delle menti perse nelle strade dimenticate.
Visioni inattese e paesaggi polverosi.
Senza nessuna patina di rispettabilità.

M'immagino Mario Santiago Papasquiaro
mentre camminava di notte,
vagando
ubriaco di alcol e poesia per le strade di Città del Messico
bestemmiando ogni dio e ogni istituzione,
per trovare le parole giuste
per colpire le brutture del mondo,
per non pubblicarle le poesie
per perdere e ritrovare idee e parole
perdendo e ritrovando se stesso.

O penso tutti gli altri poeti
persi
aggrappati alle loro parole
su fogli precari
svolazzanti cangianti evanescenti
nel tempo
con le parole naufragate
tra i sogni e le disperazioni.

Io amo tutto questo,
amo i perdenti e i dimenticati,
i disperati e i disadattati,
amo chi si perde per trovarsi
e odio
chi fa star male questa splendida gente,
iniziando dai poeti da esposizione
col manico della scopa in culo
e parole desuete in bocca
inutili, tronfi
orripilanti
fanno scappare
chi cerca una qualche forma di poesia
e la poesia autentica, di cui dicevo.

sabato 16 luglio 2016

565 - SMARRITI

Moriamo ogni anno
nei tempi persi
negli amplessi estivi.

Rinasciamo ogni anno
ritrovandoci spermatozoi
germogli di tempo.

La strada alberata
percorsa in bicicletta, di notte, d'estate
tra la solitudine e la luna piena
mi conduce dai fantasmi
passati, andati
presenti in me.

Nascosti negli angoli della vita.
trovo occhi
porte di precipizi
che mi fanno cadere lontano
da me e da questo
dentro il fascino dell'ignoto.

Rilascio germogli di sperma
nella tua vagina
e ci allontaniamo
quando pensiamo di conoscerci.

Un giorno
se perderemo noi stessi
ci ritroveremo
cogliendoci dai nostri nulla.