Se apprezzate e volete offrirmi una birra o una pizza, vi ringrazio immensamente:

domenica 25 agosto 2013

291 - Infine

La morte
arriverà
alla fine dei sogni
la incontrerai
dopo la tazza del caffè al mattino
al primo buongiorno
detto senza pensarlo.

290 - Futuro

Vedo dei giovani che mi passano davanti.
Vanno a scuola, con i vestiti imposti dalla moda, con costosi zaini ripieni di costosissimi libri di merda secca.
Discorsi da idioti svolazzano quando passano.
Poi ne vedo uno da solo, attardato, insofferente cammina calciando le lattine, sigaretta in bocca, vestito diverso dagli altri, con un vecchio zaino verde militare; e vedo me, come con la macchina del tempo, sono io decenni fa, identico.
Penso che se avessi un figlio sarebbe così, o forse non mi assomiglierebbe e sarebbe uno stronzo che mi accoltella se non gli compro l'iPhone8.
Fanculo anche i figli.
Spero solo nei tipi solitari, diversi dagli altri.
La speranza per un domani è in uno zaino non omologato al gruppo, è in un non ci sto controcorrente, è in ogni sguardo insofferente alle imposizioni.


giovedì 15 agosto 2013

289 - Un blasfemo

Un blasfemo
Una suora morta mi suona alla porta di casa, è piccola e vestita di nero, il cane abbaia impaurito, non apro, allora comincia a prendere a pugni la porta, dei pugni con un energia mai vista, botte che sconquassano la porta con rumori cupi che sembrano il richiamo dell'oltretomba e che fanno tremare il muro in mattoni.
Ha solo la pelle che ricopre lo scheletro, in alcune dita la pelle non c'è più e si vede l'osso, il viso è marron scuro che sembra bruciato e in alcune chiazze si vede il teschio sottostante, urla minacciosa "Dov'è Andreas Finottis, devo parlargli", io vedo la scena che sono fuori di casa, passo i cespugli che costeggiano l'orto, col cane che si nasconde dietro di me abbaiando, mi avvicino e le chiedo cosa vuole da Andreas Finottis.
"Voglio fargliela pagare perché parla sempre male della religione, è un blasfemo", e dicendo così mi punta l'indice contro con solo l'osso che mi indica, comincia ad avvicinarsi correndomi incontro per trafiggermi con l'osso del dito, mi volto e scappo via.
Corro a perdifiato, corro col cane che mi segue tenendo la coda tra le gambe e cainante dalla paura, corro, ma la sento dietro che si avvicina, corro più forte possibile, ma non ce la faccio più, sudo e sbuffo, non ce la faccio, mi fermo ansimante, mi porto le mani sul volto, le tolgo aprendo gli occhi, e vedo la lampada accanto al divano, la radio è accesa sintonizzata su radiodue, mi sollevo e guardo l'orologio digitale, 03.52, il cane mi guarda scodinzolando sdraiato sul tappetto, mi sono addormentato e ho avuto un incubo, la suora morta mi ha spaventato, mi rilasso.
In quel momento scatta l'allarme nella casa vicina, continua a suonare, prendo un coltello dalla credenza e spengo la lampada, sollevo piano le persiane per guardare, non c'è nessuno, sembra che sia stata una cosa invisibile a far suonare l'allarme.
Sono le 4 di notte, l'ora dei ladri e dei fantasmi, e svegli ci siamo solo io, il cane e la suora morta, ma se ha fatto suonare l'allarme è sia fantasma che ladra.
Mai fidarti dei fanatici religiosi, neanche se son morti.

giovedì 8 agosto 2013

288 - Piove merda

La merda cade
sui tuoi perché
sulle tue domande
sulle tue ansie
sulle tue incertezze
la merda è sui tuoi dubbi
e sulle tue paure,
merda e rimerda solo per te
che lotti disperato
ma è ovunque
ti circonda
ti assale ogni momento
vuole insinuarsi dentro
vuole trasformarti
in un altro
essere normale.


domenica 4 agosto 2013

287 - Incompresa

In un periodo ero convinto di morire a breve tempo, così avevo scritto questa poesia che pensavo fosse un capolavoro, in cui ci fosse racchiuso tutto il significato dell'esistenza umana, il segreto senso della vita, e se morivo leggendola avrebbero detto "Che artista purtroppo abbiamo perso!":

luce
vita
abbagli
incompresi

Poi un giorno da ubriachi la feci leggere a degli amici e mi dissero tutti che faceva cagare.

venerdì 2 agosto 2013

286 - Il vizio del gioco

Aveva vinto!
Le persone intorno lo guardavano  sorridendo felici, lui tirò un sospiro di sollievo, per non palesare la sua emotività trattenne faticosamente la voglia di gridare dalla gioia e ritirò con un freddo sorriso i soldi dal tavolo, erano una bella cifra che gli faceva comodo.
Ora poteva pagare le tasse e le bollette in sospeso, sistemare i denti del figlio più grande, cambiare le gomme dell'auto, sistemare le mille spese che assillano qualsiasi normalissima famiglia; per cui devi trovare una maniera per avere dei soldi altrimenti c'è la fame, la disperazione, l'accattonaggio e forse neppure quello perché c'è concorrenza anche lì, con la nuova povertà diffusa ovunque.
Pensò che gli servivano altri soldi, doveva continuare, la macchina avrebbe potuto cambiarla prendendone una nuova che aveva visto veniva venduta con una vantaggiosa promozione, avrebbe potuto permettere ai figli di studiare all'università, avrebbero finalmente potuto farsi una bella vacanza al mare che il figlio più piccolo sofferente spesso di bronchiti ne aveva bisogno, e anche altre spese chiamate superflue ma divenute necessarie se si vuole avere una vita un minimo dignitosa, e non c'è più uno Stato che ti permette di vivere anche con un reddito basso o precario, devi arrangiarti, credere in te stesso e crearti nuove opportunità di guadagno, "Dovete reiventarvi" aveva detto l'esperto del programma domenicale, bisognava mettere in pratica le proprie abilità, e lui ci era riuscito, era portato per il gioco.
Decise di farsi un altro giro, se lo sentiva che la fortuna era dalla sua parte, l'istinto gli parlava
Puntò nuovamente alla roulette.
Pensava ai soldi fruscianti con cui avrebbe finalmente sistemato le sue necessità, col lavoro non riusciva a vivere, doveva avere quei soldi, doveva, era convinto che se una cosa la desideri fortemente si avvera, e lui la desiderava, la visualizzava, se li immaginava già in mano, mentre li contava, li sentiva come fossero lì.
Intanto l'ingranaggio della roulette si accingeva ad entrava in funzione.
Il sudore della fronte tradiva la sua emozione, il desiderio di sistemarsi era troppo forte da contenere.
Ecco che era iniziato.
Il meccanismo stava girando, si sarebbe sistemato per sempre, se lo sentiva.
All'improvviso non vide più niente, buio completo.
La gente lo guardava a terra più contenta di quando aveva vinto, con gli occhi felici di chi aveva goduto dello spettacolo tanto desiderato.
Un astante commentò con un altro: "La roulette è un gioco che può rovinarti, soprattutto se è russa".
Risatine generali con i cocktail in mano, mentre il cadavere veniva portato via dagli inservienti.