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venerdì 2 agosto 2013

286 - Il vizio del gioco

Aveva vinto!
Le persone intorno lo guardavano  sorridendo felici, lui tirò un sospiro di sollievo, per non palesare la sua emotività trattenne faticosamente la voglia di gridare dalla gioia e ritirò con un freddo sorriso i soldi dal tavolo, erano una bella cifra che gli faceva comodo.
Ora poteva pagare le tasse e le bollette in sospeso, sistemare i denti del figlio più grande, cambiare le gomme dell'auto, sistemare le mille spese che assillano qualsiasi normalissima famiglia; per cui devi trovare una maniera per avere dei soldi altrimenti c'è la fame, la disperazione, l'accattonaggio e forse neppure quello perché c'è concorrenza anche lì, con la nuova povertà diffusa ovunque.
Pensò che gli servivano altri soldi, doveva continuare, la macchina avrebbe potuto cambiarla prendendone una nuova che aveva visto veniva venduta con una vantaggiosa promozione, avrebbe potuto permettere ai figli di studiare all'università, avrebbero finalmente potuto farsi una bella vacanza al mare che il figlio più piccolo sofferente spesso di bronchiti ne aveva bisogno, e anche altre spese chiamate superflue ma divenute necessarie se si vuole avere una vita un minimo dignitosa, e non c'è più uno Stato che ti permette di vivere anche con un reddito basso o precario, devi arrangiarti, credere in te stesso e crearti nuove opportunità di guadagno, "Dovete reiventarvi" aveva detto l'esperto del programma domenicale, bisognava mettere in pratica le proprie abilità, e lui ci era riuscito, era portato per il gioco.
Decise di farsi un altro giro, se lo sentiva che la fortuna era dalla sua parte, l'istinto gli parlava
Puntò nuovamente alla roulette.
Pensava ai soldi fruscianti con cui avrebbe finalmente sistemato le sue necessità, col lavoro non riusciva a vivere, doveva avere quei soldi, doveva, era convinto che se una cosa la desideri fortemente si avvera, e lui la desiderava, la visualizzava, se li immaginava già in mano, mentre li contava, li sentiva come fossero lì.
Intanto l'ingranaggio della roulette si accingeva ad entrava in funzione.
Il sudore della fronte tradiva la sua emozione, il desiderio di sistemarsi era troppo forte da contenere.
Ecco che era iniziato.
Il meccanismo stava girando, si sarebbe sistemato per sempre, se lo sentiva.
All'improvviso non vide più niente, buio completo.
La gente lo guardava a terra più contenta di quando aveva vinto, con gli occhi felici di chi aveva goduto dello spettacolo tanto desiderato.
Un astante commentò con un altro: "La roulette è un gioco che può rovinarti, soprattutto se è russa".
Risatine generali con i cocktail in mano, mentre il cadavere veniva portato via dagli inservienti.


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