Se apprezzate e volete offrirmi una birra o una pizza, vi ringrazio immensamente:

martedì 25 ottobre 2016

588 - IL VECCHIO CANE E IL MARE

Ieri ho portato il mio vecchio cane praticamente cieco in spiaggia, era più di un anno che non lo portavo, perché ci vado raramente e se vado con lui si stanca dopo un po' a camminare.
Ma lui se lo ricordava e ogni volta che salivo in macchina veniva vicino, con la speranza che lo portassi via con me.
Dovevo andare in un posto vicino al mare allora ho preso l'occasione per portarlo. Era felicissimo anche se guardava verso di me invece che fuori dal finestrino, come faceva una volta, non guarda più in giro perché non vede niente.
Poi quando siamo arrivati al mare faceva versi di contentezza sentendo l'aria di mare entrare dal finestrino. L'ho portato col guinzaglio lungo la spiaggia; era contento di seguirmi e sentire il rumore del mare, camminava vicino all'acqua incurante se gli bagnava le zampe, era felice così.
Dopo qualche centinaio di metri si è stancato e siamo tornati indietro.
Per lui un giorno così è un giorno di festa, memorabile.


venerdì 21 ottobre 2016

587 - L'INSEGNANTE LISERGICO

Avevo un insegnante di francese a metà anni 70 che indossava giacche psichedeliche, sembravano fatte con la carta da parati di vecchi tinelli, di colori tra il rosa e il viola, a fiorellini o disegni fantasia da cravatta, fisicamente sembrava un Al Bano in acido.
Faceva discorsi strani, canticchiava canzoni che non conosceva nessuno, credo se le inventasse lui sul momento, e rideva continuamente. Tutti dicevano che era un matto, che non era in grado di insegnare; mentre a me era l'unico insegnante che stava simpatico. Una volta entrò in classe e la cattedra era su un ripiano rialzato in legno, lui con la borsa dei libri in mano si fermò alcuni metri prima del ripiano annunciando che avrebbe fatto un balzo da lì sino al ripiano, fece il salto, ma arrivò solo con la punta delle scarpe, sbattendo le ginocchia e i gomiti, cadde rovinosamente e rumorosamente sul pavimento sporco. Si alzò scuro in volto, si raddrizzò gli occhialini in metallo dorato e fece lezione, serissimo come non lo era mai stato, per tutto il resto del tempo.
Poi a fine anno sparì. Nessuno lo vide più.
Molti anni dopo in una città vidi da lontano uno che gli somigliava, in vestito grigio scuro e cravatta, ogni 5 o 6 passi si inginocchiava e si faceva il segno della croce, aveva i calzoni rotti all'altezza delle ginocchia, lacerati a forza di ripetere ossessivamente quel gesto, con le ginocchia che sbucavano dai  pantaloni lacerati, arrossate e sanguinanti. Era magrissimo, tormentato dai deliri religiosi, che lo divoravano.
Spero tanto non fosse lui.
Mi piace immaginarlo ancora libero nel suo mondo lisergico, a correre con la mente, inseguendo le farfalle della sua fantasia.

lunedì 17 ottobre 2016

586 - LA CAGATA MISTERIOSA

Oggi passando in un paese a 15 chilometri dal mio mi sono fermato davanti a una pineta recintata che non avevo mai visitato, ho pensato di fare qualche foto.
Parcheggio l'auto davanti all'entrata, scendo e vedo c'è uno che sta per uscire dalla stretta porta d'ingresso, intanto mi metto a guardare lungo la strada l'esterno della pineta, se c'è qualcosa di valido da fotografare, vedo che si avvicina il tipo, avrà sui 70 anni, alto, pelato e sta facendo un jogging lento con addosso una specie di tuta/pigiama di colore rosso chiaro, comincia a blaterare una cosa che non capisco a distanza con le macchine che passano, chiedo cosa ha detto e mi avvicino, ripete ma non capisco niente, quando siamo vicini mi ripete nuovamente il discorso con voce bassa, mi chiede se sono entrato a fare i miei bisogni.
Gli dico : - Sono appena arrivato. -
Comincia una tiritera dandomi del lei, che la gente va a fare "la cacca" in pineta, che lui è passato prima e adesso ce ne è una fresca che prima non c'era vicino all'ingresso, che così si rovina la bellezza del posto.
Cominciano a girarmi i testicoli, mi fa salire la violenza quando si rivolgono a me e percepisco una qualche mancanza di rispetto, mi accusa appena visto, così, senza motivo, sto per partire con un calcio nello stomaco e/o un pugno in faccia, fatico a trattenermi.
Mi dice che è il presidente della sezione comunale di un'associazione per la difesa del'ambiente e che tutti vanno a sporcare in pineta, mentre loro cercano di tenere pulito.
- Senta, sono appena arrivato e lei stava uscendo, inoltre non sono uno che defeca o sporca  in giro, faccio i bisogni nel mio bagno e in giro non butto neanche un fazzoletto di carta o una carta di caramella per terra, perché metto in tasca per poi gettare nei cestini apposti. Ha proprio sbagliato persona. -
Mi racconta che  domenica prossima con i bambini delle scuole devono pulire la pineta, ma vedo che mentre mi parla guarda la mia vecchia auto scassata e tra le parole dette percepisco che pensa ancora  sia stato io. Crede d'essere il Maigret delle merde, lo Sherlock Holmes delle cagate, presume che uno se gira con l'auto vecchia sia un disgraziato poveraccio cagone che non rispetta le regole del vivere civile.
Mi viene voglia di fargli annusare il culo, che è fresco di doccia, così si convince dell'innocenza del mio ano, non avrà mai visto un culo così pulito il vecchio presidente investigamerde, se ne accerterebbe che non possiedo un culo da cagone selvatico, bensì un culo più pulito dei piatti in cui lui mangia la domenica. Ma poi penso che non merita neanche di annusarmi il culo.
Non lo bado e lo guardo come si guarda uno che sta rompendoti il cazzo.
Se ne va.
Io entro incuriosito in questa meravigliosa pineta, che dice rovinata da una cagata.
Guardo dove diceva e mi pare una pisciata di donna, circondata da fazzolettini di carta da pulizia di topa postpisciata. Qualche decina di metri più avanti vedo uno stronzo stagionato mezzo pestato, allora deduco che probabilmente si è pestato metà stronzo, poi passando vicino la pisciata, vedendo i fazzoletti e sentendo odore della merda che si era appena pestato ha pensato a una cagata fresca, è uscito e ha incolpato il primo che ha visto nelle vicinanze, io.
Mi sento orgoglioso di me stesso, sono io il vero Maigret delle cagate, con capacità deduttive fuori dalla norma ho risolto immediatamente il caso; mentre l'improvvisato investigatore scadente andrà a casa trotterellando nel suo assurdo jogging con la merda spappolata sotto una scarpa, se l'attaccherà lungo il corridoio, magari anche sul tappeto del salotto. Fantastico!
Sorrido contento all'idea.
Continuo a camminare e mi guardo attorno, fa veramente schifo la pineta, brutta vegetazione, senza un cartello, senza indicazioni dei sentieri da seguire, non c'è niente, è tutto abbandonato e con ogni tanto dei rifiuti sparsi, non c'è neppure una recinzione che la separi dalla ferrovia che passa accanto la pineta, così se uno lascia liberi di giocare i bambini lì dentro possono finire sui binari e può succedere una disgrazia.
Invece di pensare  a questo il tipo si preoccupava per una merda in più o in meno tra quella schifezza, pareva ascoltandolo che fosse il giardino del re con tutto curato e perfetto.
Penso a che gente assurda c'è al mondo, è proprio vero che certi non meritano neppure di annusare i culi.
Esco e me ne vado.

domenica 9 ottobre 2016

585 - CULTURA ADDOMESTICATA

Non riesco a sopportare quasi tutti gli appartenenti al mondo culturale italiano, mi infastidisce solo parlarci, nonostante siano quelli più democratici e aperti mentalmente che si degnano di rivolgerti la parola.
Quell'aria di superiorità e di malcelato disprezzo nei confronti di chi non ritengono della loro levatura o non la pensa esattamente come loro è già nauseante, ma quello che mi infastidisce maggiormente è la loro adesione a modi consolidati, anche quelli presunti anticonformisti, veri rituali piccolo borghesi di chi vuole avere uno status sociale. In pratica vedo dei mentecatti mentali che aspirano a una qualche considerazione da parte di chi a parole detestano. Poi magari mi capita di leggere quello che scrivono e mi accorgo che avevo ragione, è spesso vera merda secca, senza nessun senso se non quello di servire a loro per restare nel personaggio che recitano.
Perciò non suggeritemi vincitori di premi letterari che vi son piaciuti tanto o il libro tanto di moda, a me nel 99% dei casi faranno schifo e vi odierò per il consiglio del cazzo datomi.
Me lo cerco io quello che mi piace e solitamente lo trovo tra i dimenticati, i diseredati, i disperati e tutti quelli che non si sono mai adattati a questa società.

584 - VESTITI BUONI


Ricordatevi sempre che è molto importante avere vestiti buoni.
Una volta da ragazzo stavo scappando di notte e scavalcando un muro altissimo con sopra una recinzione da stadio sono rimasto appeso, impigliato a un ferro della recinzione col retro della giacca a un'altezza di circa 10 metri, ero sopra i lampioni, che vedevo in basso e illuminavano il selciato dello stretto vicolo che passava sotto il muro.
Sono rimasto fermo, appeso così finché è passata l'auto di quelli che mi cercavano e potevano vedermi, invece l'ho vista proseguire, andandosene tra i vicoli senza notare che c'ero io appeso in alto, immobile, come un salame gigante che si stagionava nell'umidità della notte.
Passato il pericolo mi sono sfilato faticosamente e sono sceso.
La giacca ha retto il peso perché era un'ottima giacca pesante, vecchia ma valida, ereditata da mio padre, volevano buttarla negli stracci ma a me piaceva così ho iniziato a usarla, era di una stoffa grossa quasi come un cappotto, nera con quadretti minuscoli grigi, c'era scritto in un'etichetta interna che era stata creata da Angelo Litrico, non sapevo chi fosse ma gli sono stato poi grato per aver creato quella giacca così robusta, che mi ha salvato la vita.
Se mi succedesse con addosso una di quelle che fanno adesso, confezionate con materiale scadente nei paesi dove sfruttano la manodopera, si strapperebbe subito e cadrei giù come un caco strafatto marcio, spappolandomi sul selciato sottostante.
Perciò vestitevi con roba buona, non si sa mai.
Inoltre spesso trovate di meglio nell'armadio tra la roba vecchia che vorreste buttare che nelle vetrine dei negozi.



domenica 2 ottobre 2016

583 - PROIETTILI INASPETTATI

Basta un niente per cambiare la vita,
anche solo uno sguardo,
anche solo una parola
o una sola lettera
per viaggiare con una roulotte russa
per giocare con la roulette russa.

Una vita crea un rapporto
con amici, coniuge, figli
e un secondo cancella tutto.

Momenti proiettili
inaspettati
bucano le nostre stanze
attraversano le nostre esistenze
mentre ci ubriachiamo
di finte sicurezze.

La paura fa aggrappare
ai relitti
di ciò che già si conosce
per illudersi di non precipitare
in noi stessi
in ciò che siamo
in ciò che non vogliamo.

Solo accettandoci
possiamo salvarci.