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martedì 16 settembre 2014

373 - L'arredo del prete (racconto)

Lavoravo in una ditta, mi avevano chiesto di andare da un prete che gestiva un ospizio perché aveva detto che gli serviva del materiale d'arredamento, ma forse aveva cambiato idea, dovevo solo sentire cosa aveva deciso, però ogni volta che andavo veniva fuori qualcuno a dirmi che non c'era, poi magari mentre salivo in macchina lo vedevo in lontananza passare, faceva lo stronzo per scaricarmi quel prete di merda, invece di dire semplicemente che aveva cambiato idea e non interessava più, faceva in modo vigliaccamente di stancarmi così che non andassi più, era una comportamento che capitava con certi stupidi che facevano perdere un sacco di tempo con queste loro stronzate; come non bastasse quando tornavo in ditta mi rimproveravano perché non ero ancora riuscito a parlarci col prete del cazzo.
Un giorno sono ripassato per l'ennesima volta per sentire e ancora mi fa dire che non c'è, mi sono girati i coglioni, sono andato via in macchina, ma tre case dopo l'ospizio l'ho posteggiata nascosta in un vicolo, mi sono messo una giacca che avevo su in macchina, ho preso un giornale e a piedi sono entrato dal retro nel parco dell'ospizio, mi sono messo sulle panchine del parco interno alla casa di riposo insieme ai vecchi, a leggere il giornale.
Col giornale sul viso e la giacca sembravo uno dei vecchi, ho fatto anche un piccolo strappo in mezzo alle due metà del giornale per vedere meglio la canonica dove abitava il pretaccio, così lo tenevo d'occhio.
Però intanto i vecchi hanno cominciato a farmi domande su chi ero, ho detto che stavo aspettando mia mamma che era andata a far visita a un mio parente bloccato a letto, i vecchi insistevano a chiedermi come si chiamava il parente, dissi Mario.
- Ma Mario è morto tre settimane fa. - Mi dice uno.
Gli dico - Mario è come lo chiamiamo noi in famiglia, il suo nome come lo chiamano gli altri è Antonio detto Toni, Tonino o anche Nino.- Sparando a caso nomi e sperando di beccarne almeno uno.
Mi fa: - Non c'è nessuno con quel nome che sappia, forse quei due nuovi che hanno portato ieri.
Io - Sì l'hanno portato proprio ieri.
- Ah ho capito. - Dice il vecchio rimettendosi tranquillo, ma salta su un'altro:
- Ma quelli nuovi uno si chiama Giuseppe e l'altra è una donna, Maria.
Rompicoglioni fottuto penso e dico: -Bravo, esatto, Giuseppe è il suo primo nome, nei documenti primo nome è Giuseppe, Giuseppe Antonio Mario, ha tre nomi, come tutti una volta avevano più nomi, anche voi penso che abbiate più di un nome.
Allora si entusiasmano a dirmi come si chiamano e i nomi che hanno, chi tre chi quattro, il vecchio rompicoglioni fottuto risponde schifato: - Io ne ho solo uno, Aldo, non servono a niente tanti nomi, sono contento di averne solo uno.
Lo guardo malamente come per dirgli quanto sei testa di minchia, evidentemente percepiscono  tutti di avermi rotto i coglioni e cala il silenzio, tornano alla loro solita occupazione che è stare col capo chinato a guardare il ghiaino del parco fino all'ora di cena, i più vivaci lo spostano col bastone così cambia aspetto. Mi ricordo che avevo letto un articolo sulle scimmie in gabbia allo zoo, e si sono accorti che mettendo del ghiaino multicolore si stressavano meno guardandolo e giocandoci; questi vecchi qua in pratica sono come vecchi scimpanzé in gabbia; mi intristisco a pensare come si finisce.
Ma il prete merdoso mi fa passare subito la tristezza, lo vedo tra il giornale che sta venendo dalla canonica verso l'ospizio, sto fermo immobile come un ghepardo in attesa della preda, quando è a una decina di metri, di scatto piego il giornale e mi alzo, andando verso di lui.
Si blocca un attimo stupefatto, poi continua a camminare cercando di fare l'indifferente, io gli vado incontro.
- Buongiorno, ero passato più volte per sentire dell'arredamento, se ha deciso di prenderlo.
 Mi risponde: - Sia lodato Gesù Cristo. Ho fretta devo andare a Messa.
- Mi basta solo che mi dica se sì o no.
- Ripassi domani pomeriggio in canonica che le do la risposta. - Mi dice, fuggendo lesto.
Merda d'un prete, ancora a rimandare, tanto so benissimo che non prende niente, sono tutte scuse perché ha trovato qualcun altro e allora invece di dirlo usa quella tattica democristiana del cazzo; me ne torno pensando ciò.
Il giorno dopo passo in canonica e ovviamente non c'è, mi dicono di passare il giorno dopo, il giorno dopo stesso discorso con la variante di passare verso sera.
Passo verso sera, c'è la canonica aperta e mi siedo in una saletta d'aspetto ma dopo più di un ora non si vede, mi viene da pisciare e non c'è un cesso, sul piazzale davanti non si può poiché ci sono delle donne che stanno parlando sulla panchina, dietro la porta d'ingresso c'è un portaombrelli, accosto la porta un po' e nascosto dietro piscio nel portaombrelli, mentre piscio noto un cartello con scritto per contattarlo per cerimonie col telefono, il maledetto pretaccio insulso ce l'ha il telefono quando è ora di pigliare i soldi.
Me lo scrivo su un pezzo di carta e me ne vado.
Il giorno dopo verso l'ora di pranzo gli telefono, mi risponde la perpetua, io facendo una una voce strana con la bocca a culo di gallina, gli dico tutto mellifluo - Sia lodato Gesù Cristo signora, desidererei conferire col reverendo padre per una comunicazione urgentissima.-
Lei sentendo una voce e un parlare simile credeva forse un altro prete o il vescovo, sento che corre subito a chiamarlo dicendo che è urgentissimo, arriva lui trafelato.
Al suo Pronto rispondo con voce tonante:
- Sono un delegato della ditta Arredi e uffici, il nostro incaricato doveva passare ieri per l'ordinazione di arredamento ma a causa di un'indisposizione non è potuto passare, il materiale glielo spediamo per domani.
Lui: -No, non ho ordinato, non mi serve niente,  è meglio che non tenga arredi belli perché mi danneggiano tutto, anche stamattina ho trovato che ieri qualche zingaro di passaggio ha fatto dei bisogni nel portaombrelli del salottino.
- Allora non dobbiamo più dire all'incaricato che passi.
- No, no chiamerò io se avrò necessità.
Eureka, mi ero liberato del prete, riferisco ai titolari che ha il telefono e chiama lui se ci ripensa, che per il momento non ordina niente.
Penso a quanto testa di cazzo sia , quanto tempo mi ha fatto perdere e la lotta per fargli dire una semplice risposta sincera; che schifo di personaggio e che soddisfazione non doverci più passare.




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