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sabato 14 maggio 2016

546 - GENTE DI PAESE

Se parlo con gente di paese e dico di aver scritto un libro vengo guardato con sufficienza e considerato in pratica il solito scemotto esaltato, senza né arte né parte, che cerca di darsi un tono con un libro per fare così l'intellettualoide di provincia.
Ma c'è di peggio, se si dice di aver scritto delle poesie, allora l'espressione diventa di malcelato disprezzo, li conosco bene, so già cosa pensano: "I poeti sono tutti o matti o recchioni." e mi guardano, per stabilire in quale categoria catalogarmi.
Noto del dubbio, non riescono a catalogarmi in nessuna dellle due, perciò probabilmente verrò inserito in entrambe.
Ma loro sono da molto tempo appesi.
Appesi ai luoghi comuni, al ragionare per sentito dire, alle invidie, alle convenzioni, alle meschinità quotidiane per i piccoli privilegi, al servaggio, all'imbecilità, al telecomando, al cazzo mio.

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