La domenica mi fa paura.
Le voci alla radio che commentano le partite di calcio domenicali fin da bambino mi parevano suoni inquietanti, da film horror.
E quelli che oggi ne hanno nostalgia mi fanno ancor più paura.
Così comi mi terrorizzano i cabaret di pasticcini portati ai parenti di domenica e tutti i vari rituali sociali domenicali, compresi quelli attuali, i programmi televisivi domenicali, i pomeriggi al centro commerciale o la pizza alla domenica sera.
Forse questa mia idiosincrasia deriva da fatto che mi terrorizza tutto quello che mi puzza di abitudine e normalità, perché mi pare di essere un prigioniero ergastolano, senza via di uscita, della prevedibilità.
Le voci alla radio che commentano le partite di calcio domenicali fin da bambino mi parevano suoni inquietanti, da film horror.
E quelli che oggi ne hanno nostalgia mi fanno ancor più paura.
Così comi mi terrorizzano i cabaret di pasticcini portati ai parenti di domenica e tutti i vari rituali sociali domenicali, compresi quelli attuali, i programmi televisivi domenicali, i pomeriggi al centro commerciale o la pizza alla domenica sera.
Forse questa mia idiosincrasia deriva da fatto che mi terrorizza tutto quello che mi puzza di abitudine e normalità, perché mi pare di essere un prigioniero ergastolano, senza via di uscita, della prevedibilità.
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