Se apprezzate e volete offrirmi una birra o una pizza, vi ringrazio immensamente:

giovedì 10 ottobre 2013

296 - Una giornata spensierata

54 - UNA GIORNATA SPENSIERATA

Lunedì di settembre, mi alzo che è tardi, sono le 10 passate, mi lavo e mi vesto, mangio qualcosa, carico il cane in auto e passo a prendere il quotidiano da leggere, è pieno di gente il negozio, mi tocca aspettare per il giornale, alla fine riesco a prenderlo.
Salgo in auto e decido di fare un giro al mare, arrivo, ci sono ancora gli stabilimenti aperti che spaccano il cazzo se entro col cane, vado in quello più isolato e meno frequentato, scendo e c'è un altro cane libero che litiga col mio, allora carico il cane e vado più avanti ancora, dove c'è la pineta.
Penso di attraversare la pineta e andare nella spiaggia libera.
Prendo lo zaino, ci metto dentro un un paio di bottiglie d'acqua, dei cracker, asciugamani, telo spiaggia, il giornale e col cane a seguito m'incammino, ma il sentiero è strettissimo, lungo, non finisce mai, sembra d'essere in montagna con saliscendi e tronchi di pino che ostruiscono la strada, nel mentre mi viene in mente che proprio in quella zona a uno gli è caduta addosso una vipera da un ramo e l'ha morso al collo, l'hanno portato in ospedale e si è salvato per un pelo pubico, mi viene immediatamente la paranoia delle vipere, che ce ne siano, allora mi prendo un ramo da terra da usare come bastone per battere sul terreno che si percorre, ma becco un ramo pieno di merda verde che m'insozza una mano,.
Dopo parecchi minuti arrivo alle dune dove finisce la pineta e si accede alla spiaggia, il cane non c'è più dietro di me, torno indietro e lo trovo fermo, pieno di spini che non riesce a camminare e si lamenta, glieli tolgo con pazienza bucandomi varie volte le mani.
Prendo il cane in braccio e faccio la strada che rimane, intanto mi viene la nuova paranoia di prendermi delle infezioni con le mani sporche bucate dagli spini.
Arrivo in spiaggia libera, piena di rifiuti, vado in acqua a sciacquarmi, torno e noto diverse vespe che svolazzano tra i rifiuti, mi tolgo i calzoni e resto con i boxer arancioni, mi siedo su un tronco a leggere il giornale, ma sento un brusio incredibile , che aumenta, cazzo!
Le vespe sono attirate dall'arancione, mi vengono vicino, si appoggiano sui boxer. Le scaccio col giornale arrotolato ma si incazzano, tornano indietro minacciose, corro verso l'acqua, mi fermo sul bagnasciuga, le vespe rimangono lontane , ma ora è pieno di tafani, che cominciano a volare attorno, ad appoggiarsi, a pungere. Vado più avanti in mezzo all'acqua su di un'isoletta formata dal mare, sto qualche minuto tranquillo.
Però vedo uno fermo dove ho lasciato zaino e calzoni,  torno velocemente a vedere correndo indietro, lui intanto si allontana, controllo e non manca niente. Ritornano le vespe e qualche tafano.
Mi viene da urinare, c'è gente che passa, allora vado verso le dune vicino a  un cespuglio, me lo tiro fuori e comincio a  pisciare verso un grosso tronco marrone, ma vedo che si muove! Scopro che è un culturista superabbronzato che stava immobile a prendere il sole steso tra le dune, faccio l'indifferente pisciando verso l'altra direzione mentre sento che brontolando si alza e si allontana, noto che sarà un metro e sessanta di altezza per un quintale di peso, pelato, color marrone noce nazionale, e gli avanza di protestare se uno lo scambia per un tronco e gli piscia contro.
Torno alla mia postazione dove c'è il cane, si lamenta, i tafani beccano, le vespe ronzano ancora intorno.
Non ne posso più, decido di tornare a casa. Mi rivesto.
Appoggio il giornale ma quasi subito una folata di vento me lo sparpaglia per la spiaggia, inseguo i vari pezzi inseguito dalle vespe, riesco a recuperarlo, velocemente prendo zaino e col cane in braccio ritorno, ma passate le dune non trovo più il sentiero nella pineta da cui ero uscito, prendo a caso, però mi accorgo che non è la strada fatta, trovo una megacagata sul passaggio, la salto in lungo, ma ce n'è un’altra dopo, poi altre, ho preso la strada delle merde, facendo l'ennesimo salto in lungo della cagata con zaino e cane in braccio poggio male un piede e ho una storta alla caviglia, dolorante prendo un altro sentiero che mi pare possa essere più breve, invece peggioro la situazione, me ne accorgo dopo poco che sto facendo un giro larghissimo, dopo un paio di chilometri di sali e scendi , rami, rovi, tronchi da scavalcare, cane in braccio, sento finalmente che passano delle macchine, c'è la strada su cui ho parcheggiato, sbuco, ma sono quasi un chilometro più avanti.
Allora torno indietro sotto il sole, metto giù il cane che sono stanco a tenerlo in braccio ma va subito a finire in mezzo alla strada, lo riprendo, gli ordino di tenermi dietro, la fa per qualche metro poi rimane indietro, allora torno sui miei passi a riprenderlo, il sole è quello di mezzogiorno, picchia forte, col cane in braccio faccio le centinaia di metri che mancano alla macchina, passano macchine e mi guardano, uno fa i fanali, di lì a poco anche un'altro, che cazzo vogliono mi domando, poco dopo capisco che cazzo è la parola giusta, mi ricordo che qualche chilometro più avanti c'è una zona di ritrovo per gli omosessuali, vedendomi col cane bianco, piccolo e peloso che ho ereditato da mia mamma in braccio, e camminando sulla strada che sembra provenga da quella zona mi pigliano per un gay in cerca d'incontri, ma vedendo che non rispondo e non devo neanche avere un aspetto amichevole con i coglioni girati che ho, capiscono che aria tira e quindi proseguono.
Arrivo finalmente alla macchina che avevo parcheggiato all'ombra, ma il sole ha girato ed è rimasta sotto il sole, apro le portiere e una sbuffata d'aria infuocata m'investe, sembra un forno, apro tutti i finestrini non avendo l'aria condizionata, il cane si nasconde sotto la macchina, ha caldo e non vuole venire fuori anche se lo chiamo, mi chino per tirarlo fuori, passa una macchina di gay che vede il culo a 90 gradi con i calzoncini corti e mi suona, mi tiro su infuriato con i muscoli in tiro, loro in macchina hanno rallentato, guardano, vedono che sono arrabbiatissimo e accelerano subito andandosene. Finalmente recupero il cane, lo metto in macchina e parto, comincia ad ansimare dal caldo, allora accelero per rinfrescare l'auto ma due curve dopo freno di colpo che per poco non mi ammazzo, ho intravisto il furgoncino con l'autovelox dei vigili che è lì nascosto, stavo per beccarlo,  passo davanti e mi guardano storto avendo sentito la frenata, forse vedono lo sguardo da pazzo assassino con cui li ricambio e non fiatano, non mi fermano, si voltano.
Proseguo e arrivo al mio paese, mi fermo per aprire manualmente il vecchio cancello di casa, così mi schiaccio un dito con la leva d'apertura.
Passa in quel momento un conoscente in bicicletta e mi dice: "Tu sì che stai bene, ti diverti dalla mattina alla sera.".
Gli vomito una valanga di bestemmie e offese che lo fanno proseguire veloce e perplesso.


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.