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sabato 13 maggio 2017

634 - PIACERSI

- Sono castana, non ho mai visto una castana di successo, o sono bionde o more o rosse ma a nessuno piacciono le castane, fanno schifo a tutti le castane, non piaccio a nessuno!
- Ma no cara, non dire così, a me piacciono le castane e soprattutto mi piaci tu, mi piaceresti anche se tu fossi con i capelli bianchi.
- Ecco, preferiresti che avessi i capelli bianchi invece che castani, i capelli marroni ricordano la merda e fanno schifo a tutti, così io faccio schifo a tutti.
- Ti ho appena detto che mi piaci, vieni qua che ti bacio e ti lecco perbene, così vedi che mi piaci.
- Lasciami stare che sono nervosa, lo so perché lo fai, è solo perché te la do gratis che ti piaccio, come buco da sfogarti così non fai la fatica di farti le seghe, finché non trovi di meglio, vorrei vedere se venisse una bionda alta e con due tette enormi a dirti che le piaci, se le dici di no e continui a scegliere me, una bassa con le tette piccole e con i capelli color merda.
- Ti dico e ti dimostro che non è vero, a me piaci anche se hai i capelli color mer...castani.
- Visto! Hai detto anche tu che sono colore merda, a chi vuoi che piaccia una bassa, con poche tette e con una merda in testa.
- Mi sono sbagliato, mi ripeti sempre che hai capelli color merda e mi confondo, sono castani e belli.
- Sì, buonanotte, allora quando vedi una cacca per strada va a dirle che è bella e la trovi attraente.
- Ma dai cara, non dire così, sono discorsi che non hanno senso, mi piaci e per me stai bene così.
- Grazie al cazzo, tu trovi attraente anche una cagata.
- A me piaci tu, vuoi capirlo!
- Capirai, mi preferisci a una cagata, c'è proprio da fare i salti mortali dalla gioia a essere preferita a una cagata, lascia perdere, lasciami stare, mi hai stancato anche tu.
- Tu mi hai stancato! Sembra che non te ne freghi niente di me e se ti voglio bene, ti interessa di adeguarti all'immagine di donna che piace di più, non riuscendoci riversi la tua insoddisfazione su di me, fregandotene del bene che ti voglio, neanche ascoltando quello che ti dico, proseguendo a pensare alle tue paranoie.
- Io non ce la faccio più.
- Senti cara, io non voglio perderti, se non sei contenta della tua immagine e ti rende insicura cambiala, ti aiuto io, pago tutto, basta che poi tu stia bene con te stessa e con me. I capelli si possono colorare, le tette si possono rifare, per l'altezza ho letto che si possono allungare le gambe con un'operazione, ti pago tutto, voglio solo che tu stia bene.
- Sì caro, grazie, faresti questo per me, mi vuoi proprio bene, scusa per quello che ho detto prima, ero nervosa, vieni qua e baciamela.
Andò da sola in una clinica privata specializzata negli interventi estetici, dopo mesi di interventi aveva finito la trasformazione, era bionda, con i femori allungati di venti centimetri e una splendida perfetta quarta di seno.
Lui andò a prenderla.
Dal portone della clinica vide uscire una battona da tangenziale, fatta come un uccello trampoliere, con gambe lunghe e culo alto, due tette sproporzionate al corpo, dei capelli troppo gialli e visibilmente colorati, con in più delle insopportabili labbra finte a canotto.
Gli faceva schifo adesso, non sapeva che fare.
Lei si avvicinò al finestrino dell'auto.
- Ciao caro, hai visto che bella sono diventata, sei sbiancato dall'emozione, me ne sono accorta, adesso mi piaccio finalmente, vedo che piaccio a tutti, i dottori e gli infermieri mi fanno la corte da quando sono così. A dirti il vero un dottore mi ha invitato il prossimo fine settimana nella sua baita in montagna, ho intenzione di andarci, non voglio per il momento alcun legame, voglio guardarmi attorno con nuovi occhi per trovare la mia dimensione.
- Non preoccuparti cara, rifletti pure su te stessa, vivi la tua vita, sono contento che tu sia contenta.
- Mi spiace averti fatto spendere tutti quei soldi, ma vedo che mi capisci, ora è come se fossi rinata, devo fare il punto sulla mia vita.
- Non c'è nessun problema, ho riflettuto anch'io adesso e ho capito che mi piacevi veramente come eri, per cui andrò in cerca tra la folla di quello che avevo visto in te e non vedo più, addio.
Partì.
Guardando nello specchietto retrovisore vedeva allontanarsi il volto di lei, deformato secondo i dettami della moda, non sembrava un volto triste, bensì lieto.
Pensò che per quanto lieta fosse non avrebbe mai potuto essere lieta come lui, per essere fuggito a quel nuovo mostro.






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