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sabato 21 gennaio 2012

131 - EFFETTI INDESIDERATI

Giancarlo si svegliò sudato, aveva freddo e sudava, una cosa assurda, sicuramente stava male, gli mancava il respiro, faticava a respirare, aveva preso quella nuova droga che gli aveva venduto quel tipo poi non ricordava niente, sentiva formicolio ovunque soprattutto in faccia, si alzò con le braccia a penzoloni, riuscì a trascinarsi in bagno, cazzo che sballo, mai sentito una cosa simile, sembrava che il naso gli sbattesse in bocca, che sballo, cazzo che roba fenomenale, si affacciò allo specchio e gli si gelò il sangue, saltò indietro sbattendo la testa contro il muro dietro di lui, si portò terrorizzato le mani in faccia, si tastò come per cancellare quello che vedeva, no, era lì, cazzo che cazzo, un cazzo, un pene di medie dimensioni gli penzolava al posto del naso e aveva pure i testicoli che finivano armoniosamente prima del labbro superiore, un cazzo in faccia, che vergogna, come faceva ora, come andare in giro così, un dubbio ancora più atroce lo assalì, si tirò giù le mutande e rigelò, il naso era lì e senza mutande respirava finalmente meglio, senti un assurdo senso di sollievo che lo pervase, in fondo aveva tutto come prima, aveva solo cambiato posizione, forse era un'allucinazione della droga, ricominciò a tremare, aveva da pisciare, ma con cosa doveva farla? Si avvicinò al water, sentiva dal cazzo al posto del naso l'esigenza di urinare, si abbassò e pisciò dal cazzo in faccia. Si sollevò, una goccia di piscio gli bagnò le labbra, non ci fece neanche caso, doveva abituarsi, ora come faceva ad andare a lavorare? Doveva tenere sempre la sciarpa, o mettersi un velo come le donne orientali; pensando alle donne orientali nude sotto i vestiti gli venne un'improvvisa erezione, gli sbatteva sulla fronte, dava fastidio, come cazzo poteva andare in giro con quella faccia da cazzo? Telefonò a un suo amico che studiava medicina e gli spiegò la situazione, ottenne delle risate e un riposati che ti passano le allucinazioni.
Era disperato. Poi gli venne l'idea e tutte le preoccupazioni svanirono: Massimo Dimmerla!
Il grande Dimmerla, il mitico presentatore televisivo che aiutava tutti, lui avrebbe avuto la soluzione, lui aveva la soluzione per ogni problema, solo Dimmerla poteva salvare la sua vita.
Telefonò e trovò la segretaria, le disse il problema, lei rispose: "Non si muova, saremo da lei tra poco, stia calmo e vicino al telefono per ogni evenienza".
Dopo pochi minuti sentì degli elicotteri, si affacciò e vide una scena che gli ricordò il film Apocalypse Now, numerosi elicotteri stavano atterrando nel giardino condominiale, in pochi attimi ebbe l'appartamento allestito come uno studio televisivo, con tanto di salotto con gli esperti del caso, lui lo posizionarono di spalle dietro una tenda per la privacy e per non far vedere organi genitali in prima serata. Interruppero la normale programmazione con un'edizione straordinaria, lui si sentiva bene, contento, era l'uomo del momento, di che poteva lamentarsi.
Iniziarono il dibattito: c' era chi diceva che se avesse un figlio così lo caccerebbe di casa, chi invece diceva che i giovani stanno vivendo un periodo di disagio e bisogna star loro vicini, capirli, comprendere perché si drogano a tal punto da ritrovarsi il cazzo in faccia, uno grasso del pubblico dello studio-appartamento si alzò accalorato urlando: "La pena di morte ci vuole!", molti applaudirono calorosamente, una signora distinta fresca di parrucchiere rispose prontamente: "Basterebbe applicare le leggi che già ci sono.", alcuni applaudirono tiepidamente. Poi cominciarono a discutere animatamente dell'immigrazione clandestina causa di tutti i mali, dopo un paio d'ore cominciarono finalmente a parlare di come risolvere il suo problema fisico, alcuni volevano vederlo bene da vicino, allora a turni di due iniziarono ad andare dietro la tenda e con un guanto di lattice fornito da un solerte assistente gli toccavano il cazzo. Si sentì un elicottero dal rombo più potente dei precedenti, iniziarono tutti ad agitarsi e urlare "È arrivato il Presidente, il Presidente della Repubblica!"
Pochi istanti dopo entrò nell'appartamento tra gli applausi dei presenti emozionati, deciso andò dietro la tenda e gli diede la mano: "Caro giovane come vede il Presidente è vicino a tutti i cittadini della nazione in qualsiasi momento della loro vita, lei che si trova con gli organi genitali in faccia non è meno degno di uno più fortunato, piuttosto smetta di drogarsi che come vede può causare danni imprevedibili."
Tutti applaudirono commossi da tanta saggezza in un solo uomo, alcuni piangevano senza freni, le parole del Presidente avevano colpito anche Giancarlo che si mise a piangere, ma mentre piangeva a causa della tensione nervosa riebbe un'erezione, il Presidente si era avvicinato al viso per osservare di persona il problema.
Giancarlo non riuscì a trattenersi e venne copiosamente in faccia al Presidente.
Una guardia del corpo, per riflesso indotto, immediatamente estrasse la pistola e gli sparò in faccia, Giancarlo cadde riverso sul pavimento, l'ennesima vittima della droga.
Lo imbalsamarono per esporlo al museo come monito per i giovani, ma per via di un esposto per la pubblica decenza non lo esposero mai, rimase nel magazzino del museo, dimenticato.
Solo il mitico Massimo Dimmerla andò a visitarlo una volta, per farsi una foto ricordo.

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