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mercoledì 27 marzo 2024

735 - DISCOHIPPY (afro disco / afro funky / cosmic disco)

Una mia amica che non c'è più, Paola, il movimento comunemente chiamato afro disco lo definiva discohippy, e la canzone Misa Criolla (Gloria Glo!) di Fuego con relativo video rappresenta molto bene il concetto. 
Quando tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli 80 c'erano altre tendenze come punk o new wave e gli hippy erano visti un po' come dei nostalgici mezzi rincoglioniti, in realtà era il momento di maggior diffusione popolare di quel movimento, figlio della beat generation, e soprattutto nella provincia più profonda è nato questo mix tra certe discoteche e la cultura hippy che a molti arivava di riflesso in quel periodo, cronologicamente era una generazione figlia dei figli dei fiori.
È un movimento che andrebbe rivalutato, per il substrato culturale intrinseco.


Copio/incollo da Wikipedia:
Cosmic disco
Per cosmic disco (a volte abbreviato cosmic e anche noto come afro cosmic, afro disco, cosmic sound e afro-funky) si intende uno stile di musica dance.
Caratterizzata da un marcato uso del sintetizzatore ed ispirata a varie forme di musica africana, la cosmic disco venne inventata nel Nord Italia lungo la fine degli anni settanta e mantenne stabile la sua notorietà fino alla metà del decennio seguente. I disc jockey afro-cosmic Daniele Baldelli, Tosi Brandi Claudio e Marco Maldi sono considerati gli inventori della stilistica.
Lo stile prende il nome dall'omonima discoteca di Lazise, presso il lago di Garda.

La cosmic disco presenta un ritmo che spazia dai novanta ai centodieci battiti per minuto[ e contaminazioni electro, funk, fusion e brasiliane. Peter Shapiro definisce la musica di Baldelli "una combinazione di rock sballato e percussioni tribali".
Baldelli afferma anche che uno stile non incorporato fra le sue influenze è la italo disco, che giudica "troppo mainstream e commerciale". 
Daniel Wang descrisse nel 2005 lo stile del DJ romagnolo: «Il suono è "psichedelico, turbolento, ipnotico" - non completamente frenetico e puramente elettronico. Clangori metallici si librano su una traccia africana rallentata. Il rumore di un treno viene continuamente mixato con un riff di chitarra funky e poi con una composizione per sintetizzatore (Jean-Michel Jarre?) Vengono applicati flanger ed effetti di un equalizzatore, non come i capricci sovraeccitati di un DJ moderno, ma piuttosto metodicamente e con sentimenti profondi, cambiando la trama di interi passaggi, come se passassimo gentilmente da uno spettacolo radiofonico attraverso un tunnel ferroviario a una grande sala concerti.»
Nella stessa intervista Baldelli afferma:
«Per spiegarti cosa stavo facendo... Ad esempio, suonavo Boléro di Ravel, e per di più suonavo una canzone africana di Africa Djola, o forse un brano elettronico di Steve Reich, con cui avrei mescolato un canto mandingo dalla Guinea (sic). Oppure mischiavo i T-Connection con una canzone di Moebius e Rodelius, aggiungendo l'album ipnotico e tribale Izitso di Cat Stevens, e poi Lee Ritenour, ma anche Depeche Mode a 33 invece di 45, o una voce reggae di Yellowman a 45 invece di 33. Potrei mescolare venti canzoni africane sul pattern ritmico di una batteria elettronica Korg. Suonavo una batucada brasiliana e la mixavo con una canzone dei Kraftwerk. Vorrei anche usare effetti di sintetizzatore sulle voci di Miriam Makeba, Jorge Ben o Fela Kuti, oppure suonerei le melodie orientali di Ofra Haza o Sheila Chandra con i suoni elettronici dell'etichetta tedesca SKY.»


Fuego - Misa Criolla (Gloria Glo!) 





Anche la seguente rappresenta bene quel movimento:
Jorge Ben – Ponta de Lança Africano (Umbabarauma) 




APPROFONDIMENTI:
Consiglio il libro e il docufilm omonimo; I RAGAZI DEL COLUMBUS
l'autore del libro su Facebook lo trovate qui:

C'è anche il gruppo Facebook, con i nuovi eventi:

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