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lunedì 21 agosto 2017

653 - FACEBOOK DI NOTTE

Delle volte di notte mi sveglio e non riesco a riprendere a dormire. Accendo il pc portatile e accedo qui a fb, mi metto a leggere sullo schermo, notando i post più interessanti e certi comportamenti meglio che di giorno.
Mi accorgo di come in fondo la maggior parte delle persone recitino cercando di rendersi belli, ma rendendosi in realtà patetici; mi riferisco a quelli che deridono gli altri, credendosi furbi, nei vari gruppi o sulle varie pagine, prendono in giro per esempio uno che sbaglia la grammatica e fa un ragionamento stupido, senza accorgersi che è palesemente un post finto, creato apposta per gli scemotti, perché possano sentirsi migliori deridendo qualcuno. Di questi che passano le giornate sui social cercando di deridere gli altri delle volte guardo il loro profilo, rendendomi conto che se impiegassero quel tempo guardando alla loro stupidità, cercando di limitarla, sarebbe meglio per tutti; perché vedo facce da stupidi, foto da stupidi, pose da stupidi ma dentro certi codici comportamentali per illudersi di non essere scemi, quindi hanno bisogno di qualcuno che sembri un imbecille per sentirsi intelligenti.
Nel mentre ci sono post interessantissimi, ragionamenti validi, pezzi di vita raccontati, poesie o anche della satira veramente intelligente e divertente, ma viene tutto ignorato, passa in secondo piano, prevale l'inseguimento del trend e la recita del personaggio che si vorrebbe apparire.
Io condivido articoli formidabili che fanno luce su eventi ignorati dai principali mezzi di informazione o ragionamenti illuminanti o anche poesie strepitose e sconosciute, ma saranno condivisioni lette da due o tre persone, quando va  bene.
Però penso che in fondo è così da sempre, la maggior parte delle persone non vuole il meglio, cerca il peggio per sentirsi parte del meglio. Quando trovano qualcosa di buono non sono capaci di apprezzarlo, perché non vogliono migliorarsi; vogliono solo essere rassicurati, ascoltare la canzone già sentita, leggere l’autore conosciuto e così via, da adoranti del prevedibile.
Io no.
Ma io non sono nessuno, se non un poveraccio cinquantacinquenne senza prospettive che digita i propri pensieri su una tastiera, da un paesino disperso nel culo del mondo.
Però, anche se non piace quello che scrivo, guardando quello che condivido si trova qualcosa di utile e non comune; comunque sarà sempre meglio che seguire degli idioti per sentirsi meno idioti.
Torno a dormire.

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