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martedì 14 giugno 2016

554 - OUTING

Volevo fare outing: sono un guardone di vite.
Adoro guardare inosservato le vite altrui, ma non per farmi i cazzi degli altri, non so neppure come si chiamano in gran parte i miei vicini di casa.
Mi interessa vedere dei momenti di vita, prenderli e portarli via con me.
Ogni tanto quando mi coglie questa passione vado verso l'ora di cena in qualche cittadina con i vicoli, scendo dall'auto e faccio una passeggiata lungo quelle viuzze vecchie e strette, in cui non ci possono passare le auto.
Dalle finestre delle case si vedono le famiglie che mangiano o si stanno preparando da mangiare.
Fotografo mentalmente quei momenti, spiando dentro per un attimo.
Mi piace sentire gli odori della cucina, vedere e immaginare la vita che fanno, mentre annoto mentalmente i programmi che guardano in tv, ogni particolare della stanza, ogni gesto che compiono e ogni dettaglio riesco a percepire in quel momento. Quella che faccio in pratica è una specie di ricerca statistica, con un immagazzinamento mentale dei dati.
C'è l'anziana che sembra mia madre e fa la minestra con lo stesso odore, quell'altra che guarda sempre un televisore vecchio dai colori sbiaditi, un'altra sempre piena di maglioni e scialli in una casa dai muri interni scrostati e ammuffiti che accende alla sera solo la lucina sopra il forno per risparmiare la corrente, c'è il cinquantenne che fa ancora la vita da ragazzino in casa coi genitori e si fuma la sigaretta davanti a casa mentre aspetta che la cena sia pronta.
Anche in bicicletta giro i paesini limitrofi e mi infilo in strade che non avevo mai percorso o in altre che era tanto non ci passavo, così mi affiorano mille ricordi che avevo dimenticato.
Perché col contatto diretto senti gli odori, entrando nell'atmosfera del posto. Mentre se giri in automobile sei chiuso nel tuo recinto sotto forma di scatola metallica, avrai solo impressioni superficiali e veloci; pure in motocicletta passi troppo velocemente e sei impedito dal casco nel captare certi particolari.
Bisogna invece passarci lentamente, con la dovuta calma, percependo così pezzi di vite degli altri che alla fine si riveleranno pezzi tuoi, che credevi perduti.



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